Le 10 regole d’oro per fare affari in Russia
Un estratto dell’articolo di Gianluca Comin pubblicato sul numero di Limes del 12 dicembre 2014 “La Russia in guerra”
Non è un luogo comune. Nei negoziati d’affari, anche in quelli più sofisticati ai quali partecipano manager russi che hanno studiato nelle migliori università americane e inglesi, l’interlocutore europeo sente di dover necessariamente rompere un muro di scetticismo per arrivare al desiderato accordo. È come un velo di sospetto, che si traduce in un formalismo capace di demoralizzare l’uomo d’affari che viene dall’Italia.
Occorre seguire un metodo preciso, conoscere a fondo la cultura e le abitudini degli interlocutori e presentarsi al primo incontro con una particolare attenzione al proprio stile, agli abiti e all’immagine in generale. Soprattutto, con puntualità: elemento che per noi italiani è spesso irrilevante, ma che per il russo è un segno di considerazione e di rispetto.
Ricostruire i codici di comunicazione tra un occidentale, o meglio un italiano, e un russo è tutt’altro che semplice in un paese di grandi contraddizioni diviso fra tradizione e innovazione, tra una comunicazione formale e burocratica e il prepotente avvento dei social network, che in Russia hanno una penetrazione fortissima. A complicare le relazioni vi è poi l’attuale momento di tensione, che rende più forti le differenze e le diffidenze reciproche.