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Zelensky E L’abbattimento Tra Realtà E Finzione Nella Comunicazione Politica

Zelensky e l’abbattimento tra realtà e finzione nella comunicazione politica

di Gianluca Comin

Le ultime elezioni presidenziali in Ucraina rappresentano un’ulteriore rottura del confine tra reale e virtuale nella comunicazione politica. Eletto con il 73,4% delle preferenze, 5,7 milioni di voti, al primo turno, l’attore comico 41enne Volodymyr Zelensky è ufficialmente diventato il nuovo presidente. Zelensky ha alle spalle una solida esperienza presidenziale di ormai tre stagioni, stagioni televisive si intenda, non politiche.

LA CAMPAGNA NON CONVENZIONALE DEL SERVITORE DEL POPOLO

Il nuovo presidente è infatti un volto noto nel suo Paese per aver interpretato lo stesso ruolo nella serie televisiva ucraina Servitore del popolo che parla di un insegnante di liceo, Vasyl Holoborodko, che viene eletto dopo che un suo sfogo sulla corruzione viene postato online dai suoi studenti e diventa virale in Rete. Zelensky, per la sua corsa alle Presidenziali, ha deciso di utilizzare una strategia elettorale anticonvenzionale dando al suo partito lo stesso nome della serie tivù e associando sempre di più la sua immagine a quella del personaggio che interpretava sullo schermo; ha addirittura usato sui social le foto di Holoborodko per promuovere la sua candidatura (reale).

Esattamente come il protagonista della serie televisiva, Zelensky non ha alcuna esperienza politica pregressa ed è stato eletto senza un vero e proprio programma politico. L’unica promessa è stata quella di porre fine alla corruzione politica e di abolire lo strapotere degli oligarchi ucraini. Zelensky non ha presenziato ai dibattiti politici con altri candidati, non ha partecipato a conferenze stampa o discorsi pubblici, e ha rilasciato poche interviste, comunicando per lo più tramite i canali social: un vero e proprio candidato virtuale.

DALLA LOTTA ALL’ÉLITE VIRTUALE A QUELLA REALE

Attraverso la pubblicazione di un flusso costante di video sulla sua vita quotidiana, dalla palestra agli esami del sangue, e di gag divertenti, Zelensky è riuscito a creare il personaggio di un candidato in lotta contro le élite. L’idea è quella di trasmettere, tra un post e l’altro, la sensazione che grazie alle sue doti di leadership e a uno staff di selezionati esperti riuscirà a essere un ottimo presidente. La lotta contro l’establishment, l’utilizzo dei social, la promessa del “diverso” sono elementi che abbiamo già visto usare nelle campagne elettorali di numerosi partiti populisti e nella loro comunicazione politica.

Quello che caratterizza la campagna di Zelensky è l’abbattimento dei confini tra realtà e finzione: il continuo riferimento al personaggio interpretato sullo schermo, inevitabilmente, crea una connessione con il pubblico che avvicina Holoborodko a Zelensky e li confonde. Ma se Holoborodko girava in bicicletta altrettanto non si può dire di Zelensky. Sicuramente il fatto che il suo rivale politico fosse proprio un’oligarca ucraino, Petro Poroshenko, ha facilitato l’opinione ucraina nell’associare Zelensky al personaggio di Holobordoko, già conosciuto e amato, e a sfumare i confini tra la lotta all’élite virtuale e la lotta all’élite reale nella comunicazione politica.

ATMOSFERE DA BLACK MIRROR

Se la campagna di Petro Poroshenko segue un classico schema di interviste con la stampa, discorsi, tour in tutta l’Ucraina, bagni di folla e così via, dall’altro lato la campagna di Zelensky ricorda l’episodio di Black MirrorThe Waldo Moment. In questa, un orso blu passa dalla satira sul degrado della classe politica britannica al cercare con loro un ufficio lanciandosi in una campagna virtuale attraverso un video su un camion dove interagisce con gli elettori. Zelensky ha passato la sua vita reale e virtuale a scherzare sulle élite politiche per poi essere eletto uno di loro con la promessa di essere “diverso”, realmente o virtualmente diverso.

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