Per un business vincente ingaggiate lo stakeholder
Gli stakeholder si sa, sono sempre più centrali nelle attività strategiche di aziende e organizzazioni.
Fino a poco più di 30 anni fa sembrava impossibile che gruppi organizzati di cittadini potessero mettere in crisi le più grandi multinazionali attraverso campagne grassroots e la viralità dei social media.
A differenza del passato, dove le informazioni erano scarse e la sensibilità minore, gli stakeholder hanno iniziato infatti a “punire” le imprese per comportamenti considerati non etici, premiando i prodotti più sostenibili o preferendo organizzazioni e investimenti meno premianti nel breve ma sostenibili nel lungo periodo.
Relazioni durature con gli stakeholders. Proprio per questo oggi le aziende devono essere in grado di costruire e mantenere relazioni durature con gli stakeholder esterni, operando al fine di incontrarne bisogni, obiettivi e aspettative con modalità che riescano a creare valore per essi.
Può sembrare una cosa semplice e vincente per entrambi, ma il problema è che gli obiettivi dai quali partire sono quelli degli stakeholder, non quelli dell’azienda.
I manager invece sono spesso concentrati in maniera esclusiva sui propri obiettivi, senza riuscire a guardare le cose da un angolo prospettico più ampio, la big picture.
Benefici per il business. A volte una campagna rivolta a stakeholder non-clienti può creare benefici maggiori per il business dell’azienda rispetto a una campagna rivolta ad acquisirne di nuovi. Quello che molte aziende non sono ancora in grado di recepire è che il tempo speso per comprendere a fondo le motivazioni che spingono gli stakeholder ad agire fa una grossa differenza.
A questo fine le grandi aziende hanno bisogno di un livello di risorse fisiche e immateriali del tutto nuove per riuscire a gestire una platea di gruppi organizzati di cittadini super connessi, ben informati e in molti casi istruiti.
Ma quali sono le chiavi per un buon piano di stakeholder engagement? Ho provato a riassumerli in quattro punti cardinali.
1. Trasparenza e fiducia. Bisogna predisporre un rapporto trasparente nel rapporto con gli stakeholder. La chiarezza di intenti e la disponibilità a recepire le richieste dei pubblici di riferimento sono la chiave per riuscire a creare una base di fiducia con gli stakeholder, lontani e vicini all’azienda.
2. Ascolto. Il primo passo di un buon piano di stakeholder engagement è l’ascolto. Per riuscire a dialogare in maniera costante con gli stakeholder è necessario creare un percorso di ascolto delle istanze portate avanti dai target che stanno a cuore all’azienda.
3. Argomentazioni. Portare buone argomentazioni e avere il pieno controllo del dibattito aiuta a raggiungere gli obiettivi prefissati. L’importante è considerare sempre gli argomenti della controparte e cercare di inserire le proposte esterne all’interno delle proprie strategie.
4. Costanza e sistematicità. Lo stakeholder engagement non è uno strumento da usare così, quando se ne ha voglia. È un processo che deve entrare nelle pieghe dell’organizzazione ed essere portato avanti giorno dopo giorno, fino a farlo diventare parte delle strategie di medio e lungo periodo dell’azienda.
Tuttavia, il vero coinvolgimento a volte sta proprio nell’ammettere che non tutto è perfetto come si vorrebbe, ma che ci sono delle sfide molto difficili che solo una partnership allargata e flessibile con i pubblici di riferimento può risolvere.
Lo stakeholder engagement non è una nuova moda – è tanto vecchio quanto l’impresa stessa. Il processo attraverso il quale voi già comunicate con i vostri azionisti, clienti, staff, partner d’impresa e fornitori è una forma di coinvolgimento. In questi casi, l’importanza strategica del coinvolgimento è immediata.
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