L’importanza della leadership e di una cultura aziendale solidale
di Gianluca Comin
L’IMPORTANZA DI ASCOLTARE I PROPRI DIPENDENTI
Secondo quanto emerge da un recente studio The impact of organizational culture and leadership performance on job satisfaction condotto dall’Institute for Public Relations su quasi mille professionisti della comunicazione e delle relazioni pubbliche, un’azienda che comprende l’importanza di una relazione serena fra i vertici e i dipendenti e che è capace di istaurare un processo di comunicazione bidirezionale ha creato le condizioni per il successo del proprio business nel lungo periodo.
Una cultura aziendale favorevole e una buona leadership infatti, aumentando il coinvolgimento del personale, facilitano tutte le iniziative intraprese dall’azienda: le criticità vengono risolte più rapidamente e gli individui sono più reattivi nei confronti dei cambiamenti e delle crisi, grazie a un management capace intercettarne esigenze e necessità attraverso un dialogo costante.
Secondo l’analisi, nell’esempio specifico del settore delle relazioni pubbliche, il fatto che un leader ascolti i propri dipendenti e sia capace di recepirne stimoli e suggestioni risulta fondamentale per massimizzare l’influenza strategica e il valore delle relazioni pubbliche; migliora la capacità di creare nuove sinergie dentro e fuori dall’ufficio e aumenta la percezione positiva dei clienti nei confronti dell’aziende.
La condivisione del potere decisionale e la promozione dell’autonomia delle singole risorse innesca, infatti, un circolo virtuoso in cui tutti, sentendosi più coinvolti nella vita dell’azienda, si impegnano a trovare soluzioni che rendano più efficiente la gestione dei processi interni.
UN LEADER SI DEVE OCCUPARE DELLA SODDISFAZIONE DEL DIPENDENTE
Ma come possono fare i vertici aziendali a esercitare concretamente il loro potere in maniera positiva, motivando i membri del gruppo e promuovendo un ambiente di lavoro solidale? Per prima cosa è fondamentale focalizzarsi su una prospettiva di lungo termine: c’è infatti una notevole differenza fra il proporre un piano di incentivi e benefite riuscire invece a creare, o ridefinire, una cultura aziendale che pone il dipendente e la sua soddisfazione al centro delle proprie iniziative.
Un ambiente di lavoro solidale riconosce il desiderio di tutti coloro che lavorano nell’organizzazione di trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata; per questo motivo è importante predisporre una serie di strumenti che consentano di soddisfare questa esigenza.
Dagli orari flessibili, allo smart working fino alla realizzazione di best practice e policy innovative, ad esempio in tema di congedi parentali, che possano rappresentare nuovi standard di eccellenza. Favorire queste pratiche, non solo aumenta il livello della performance migliorando la salute fisica e mentale di tutti, ma rafforza anche la relazione di fiducia tra un manager e un dipendente e il senso di appartenenza alla società.
Allo stesso modo, promuovere occasioni di confronto e di socializzazione che permettano di rafforzare i rapporti fra colleghi è alla base di una cultura aziendale solidale. I legami che si creano non vanno sottovalutati ma vanno al contrario favoriti, soprattutto se un’azienda assume i propri dipendenti a lungo termine.
IL TOP MANAGEMENT DEVE SAPER GESTIRE IL POTERE DECISIONALE
Un altro punto fondamentale è considerare la sfera emotiva di ogni dipendente. Guidare il lavoro, restituire feedback e dare valore ai risultati raggiunti è importante sia per la singola risorsa che riceve una gratificazione, sia per l’azienda nel suo complesso.
In primo luogo, chi riceve apprezzamento per il proprio impegno cercherà automaticamente di offrire lo stesso livello di performance in ogni futura occasione, e persino di migliorarsi, e in secondo luogo, queste manifestazioni incoraggiano tutto il personale a eccellere nel proprio lavoro. È importante che la cultura della leadership venga rafforzata e perseguita all’interno delle aziende attraverso un duplice percorso.
Da un lato, predisponendo processi che incoraggiano e coinvolgono i dipendenti, e dall’altra, formando il top management in maniera continua per permettergli di acquisire le competenze necessarie per gestire il potere decisionale e condividerlo all’interno dell’organizzazione.