Imprese e fase due: 5 consigli per gestire la ripartenza
di Gianluca Comin
Inutile girarci intorno: stiamo per ripartire. Come?
I dettagli sono ancora da definire, ma quel che è certo è che alcuni accorgimenti, come l’utilizzo dei guanti e delle mascherine e il rispetto delle distanze di sicurezza faranno certamente parte della nostra vita. E non per poco tempo. La fase due sarà senza dubbio molto articolata e nuovi strumenti, di cui dovremo misurare l’efficacia e la tenuta, verranno messi al servizio del cittadino per garantire un adeguato rispetto delle normative.
Seguiranno inoltre nuovi scontri social tra chi ritiene opportuna l’apertura e chi no, i dubbi e le domande dei cittadini ai numeri verdi predisposti dai ministeri e un notevole incremento degli “strappi alla regola” che sarà certamente più difficile tenere sotto controllo. Insomma, che la “fase due” inizi il 20 aprile o il 2 maggio, poco importa: ci siamo e per le aziende che non hanno ancora pensato e strutturato una efficace strategia di ripartenza rischia di essere già troppo tardi.
UN PERIODO ACCOMPAGNATO DA TANTE INCERTEZZE
È proprio nel corso della fase di chiusura, infatti, che le aziende avrebbero dovuto porsi le molteplici domande relative alla riapertura e non solo dal punto di vista logistico.
I tempi stretti e il difficile approvvigionamento di guanti e mascherine sarà infatti accompagnato da dubbi, incertezze e comportamenti diffidenti e anomali dei collaboratori e dei dipendenti. Il fattore psicologico giocherà un ruolo molto importante e non potrà essere ignorato. Con l’evolversi della crisi, le organizzazioni e le aziende hanno rivisitato e implementato pratiche e politiche che aiutano collaboratori e clienti a sentirsi sicuri e curati nel momento del bisogno.
Molte aziende hanno inviato, già nelle settimane successive all’inizio della pandemia, messaggi riflessivi e personali. Mantenere questo impegno anche dopo il superamento della fase critica sarà fondamentale per sostenere il rapporto e affrontare i problemi più comuni. Nel corso della ripresa sarà importante tenere a mente alcuni aspetti che potranno essere utili per ingranare al meglio. Tra questi, come anche riportato in un articolo su McKinsey qualche giorno fa, ce ne sono alcuni che non dovrebbero essere mai dimenticati.
CLIENTI E DIPENDENTI: EMPATIA E FLESSIBILITÀ
Al rientro, molti clienti saranno nervosi: molti dubbi li affliggeranno e la paura di convivere con il virus li metterà certamente a disagio. Per questo motivo è necessario essere empatici anche nel corso della fase due.
La stessa empatia dimostrata nel corso dell’emergenza, attraverso l’attività di caring, dovrà continuare ad essere adottata nei confronti dei clienti anche in questa fase. Allo stesso modo, i dipendenti si destreggeranno tra una serie di questioni personali e professionali che li renderanno vulnerabili e nervosi.
Reduci da molti mesi di smart working, i ritmi lavorativi saranno certamente diversi e i capi delle aziende dovranno dimostrarsi più flessibili, tollerando pause più lunghe o più sessioni di coaching virtuale.
Per garantire un rientro sereno e produttivo e mantenere un ambiente di lavoro coeso, le organizzazioni dovranno quindi anche immaginare nuovi modi per garantire la connettività sociale durante tutto il giorno. Riunioni di squadra virtuali, eventi e competizioni tra team potranno aiutare a recuperare quel senso di appartenenza affievolito dall’isolamento. Dunque, ricreare lo spirito di squadra rispettando i nuovi ritmi di lavoro, soddisfacendo le aspettative dei clienti e mantenendo con loro una comunicazione costante, sarà forse la sfida più impegnativa che le aziende si troveranno ad affrontare nel corso della fase due.
TEAM DI GESTIONE DI CRISI
Come parte della risposta iniziale all’epidemia di Covid-19, molte aziende hanno creato dei centri nevralgici di crisi, degli organismi coordinati, che riuniscono membri del personale con competenze e capacità organizzative cruciali. Dunque, è opportuno che le aziende che hanno realizzato questo centro di gestione crisi lo tengano attivo nel corso della fase due, ricordando che il ruolo di questo comitato può evolvere con il mutare della situazione nei mesi a venire.
Gli sviluppi quotidiani hanno, infatti, spesso un impatto diretto sulle richieste dei clienti e il comitato potrà seguire gli sviluppi della passata emergenza per dare informazioni riguardo gli scenari futuri, la pianificazione delle attività e indirizzando gli obiettivi e il business dei clienti.
SMART WORKING E RISORSE DIGITALI
Molte aziende si stanno preparando per una forza lavoro composta da dipendenti sia remoti che in loco. Lo smart working ha cambiato totalmente il nostro modo di concepire il lavoro in azienda e potrebbe costituire una valida alternativa da attuare almeno una volta a settimana.
Aldilà della riduzione dei costi, con lo sfruttamento costante della modalità di lavoro da remoto le aziende dovranno rivalutare molti processi, come ad esempio l’inserimento di nuovi dipendenti. Dunque, a seconda della tipologia di azienda, sarà necessario ripensare i ritmi di lavoro e rendere telematici e virtuali molti aspetti della vita lavorativa. Alla luce di ciò, le aziende, prevedendo una grande quantità di lavoratori da remoto già nella fase due, dovranno anche intraprendere una serie di azioni per gestire l’afflusso di nuovi utenti digitali, aiutandoli anche ad adattarsi ai canali e ai nuovi servizi offerti.
Per questo sarà importante rivedere tutti i mezzi digitali a disposizione dell’azienda, creando anche vademecum online consultabili con specifiche Faq. In conclusione, è importante che le aziende siano già preparate alla riapertura avendo già a disposizione strumenti e piani strategici per gestire il lavoro al meglio. Turnazioni, smart working, riunioni virtuali, ansia e nuovi mercati faranno parte del nostro nuovo modo di concepire il business e dovranno essere affrontati con flessibilità, coscienza e lungimiranza.