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Il Peso Della Disinformazione Online In Italia

Il peso della disinformazione online in Italia

Nonostante la creazione e diffusione online di notizie false ad hoc abbia assunto rilevanza nel dibattito pubblico degli ultimi anni, le cosidette fake news non sono un fenomeno nuovo e strettamente connesso alla nascita dei social network. Basta pensare al successo di una delle più grandi beffe della storia dell’arte, il ritrovamento delle teste di Modigliani nel 1984, episodio che ebbe rilevanza mediatica a livello globale senza l’ausilio del web.

LE STRATEGIE MIRATE PER ACCRESCERE LA DISINFORMAZIONE

Con l’avvento dei social media sono cambiate le modalità di trasmissione delle notizie false che possono essere adesso condivise alla velocità di un clic e raggiungere un pubblico mondiale. È interessante soffermarsi sul fatto che le famose bufale del webnon siano solo la conseguenza di un’informazione erronea messa in Rete, ma spesso siano il prodotto di strategie mirate e realizzate da siti specializzati per accrescere la confusione, e la disinformazione appunto, su specifici temi e in concomitanza di determinati eventi.

IL REPORT DELL’OSSERVATORIO SULLA DISINFORMAZIONE ONLINE DELL’AGCOM

La prima pubblicazione dell’Osservatorio sulla disinformazione online dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) permette di analizzare gli scenari informativi che caratterizzano il nostro Paese, tenendo conto del peso e delle modalità di diffusione della disinformazione sul web. Le fonti di disinformazione svolgono un ruolo centrale nel convogliare informazioni false nei meccanismi di informazione ufficiale e si servono di un meccanismo che dissemina tante informazioni diverse, senza scendere nel particolare della notizia, ma che riesce a generare attenzione attorno al tema. Una volta che una fake news entra nel circuito informativo, si diffonde in maniera viraleattraverso i social network grazie a milioni di utenti che contribuiscono a dare visibilità alla notizia con condivisioni e commenti.

POLITICA E FAKE NEWS

Secondo il report Agcom, nel 2018 in Italia il volume di disinformazione online si è assestato su un valore medio più alto rispetto agli anni passati; l’apice è stato raggiunto durante l’ultimo ciclo politico, in particolare in corrispondenza delle elezioni del 4 marzo e della formazione del nuovo governo. Si nota come la più alta concentrazione di contenuti di disinformazione, il 53%, si registra proprio in relazione ai temi di cronaca (25%) politica (12%) ed esteri (4%) che occupano complessivamente il 41% dei contenuti pubblicati online. In termini di disinformazione, seguono le notizie legate ai temi di scienza e tecnologia (18%), spettacolo (10%) e cultura (7%). Ciò che caratterizza la sistematica diffusione di questi contenuti falsi o, parzialmente falsi, è che hanno maggior presa su tematiche che tendono a dividere l’opinione pubblica e che creano un forte coinvolgimento negli utenti, generando la voglia di condividere. I principali temi che sono oggetto di disinformazione online riguardano infatti politica, economia, cronaca nera, scienza e salute e società. Le notizie false diffuse su uno di questi temi hanno un’alta potenzialità di diventare virali, diffondendosi a macchia d’olio sui social, e contribuendo a determinare importanti scelte individuali e collettive.

LA CRISI DEI MEDIA TRADIZIONALI

L’affermarsi di queste fonti informative alternative e non affidabili, e il conseguente dilagare del fenomeno della disinformazione online, sono il frutto anche delle criticità che interessano i media tradizionali, che spesso faticano a stare al passo con la velocità con cui le informazioni circolano in Rete. Laddove le testate giornalistiche ufficiali hanno bisogno di tempo per verificare le informazioni e ricostruire l’accaduto, ecco che una notizia verosimile, ma falsa, entra nel circuito informativo e viene riportata ovunque. Per far fronte all’ondata delle fake news, diventa dunque imprescindibile unadoppia verifica sull’affidabilità delle notizie che circolano in Rete da parte di tutti gli utenti dei social network e lo sviluppo di una cultura basata sull’esercizio dello spirito critico, che dia valore all’attendibilità delle notizie e al giornalismo di qualità.

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