Il confronto Renzi-Salvini su Twitter finisce in pareggio
di Gianluca Comin
Alla fine, ha accettato. Matteo Salvini ha varcato la soglia degli studi di via Teulada per confrontarsi con il suo omonimo rivale, Matteo Renzi, il quale aveva proposto a Bruno Vespa il dibattito già a metà settembre. Salvini, da sempre sfuggente ai confronti vis à vis, questa volta si è concesso, lasciandosi andare a 75 minuti di incalzanti botta e risposta.
UNO SCONTRO ALLA VIGILIA DI UN WEEK-END DI FUOCO
Un’occasione per legittimarsi a vicenda? Da un punto di vista comunicativo, il dibattito non avrebbe potuto avere luogo in un momento migliore. Infatti, per entrambi i leader si prospetta un week-end di fuoco: la Leopolda10 avrà inizio a Firenze proprio questo venerdì, mentre sabato a Roma sono attese almeno 40 mila persone per la manifestazione indetta dall’ex ministro dell’Interno.
Un ottimo momento, dunque, per guadagnarsi e garantirsi un po’ di visibilità. Visibilità che è stata in grado di adombrare mediaticamente 6 ore di Consiglio dei ministri in cui sono stati approvati, salvo intese, la legge di Bilancio 2020 e il decreto Fiscale collegato alla manovra. Dunque, da un punto di vista strategico entrambi i leader hanno raggiunto gli obiettivi prefissati: Salvini, dopo aver perso centralità nel dibattito pubblico, è tornato sulle scene, mentre Renzi, oggi leader di un partito minoritario, ha potuto riaffermare la sua figura centrale nella vita politica italiana.
SALVINI HA TWITTATO IL TRIPLO DI RENZI
Ma vediamo come sono andati su Twitter i due contendenti: qualità vs quantità. Come abbiamo ribadito più volte, Twitter si conferma il social d’eccellenza per gli argomenti politici, grazie alla sua immediatezza e alla possibilità di chiamare in causa in modo diretto gli stessi decision maker.
Da una prima analisi degli account è possibile affermare che la Bestia è viva. Matteo Salvini, con 1.2 milioni di follower, contro i 3,4 milioni di Renzi, ha twittato quasi il triplo. Sono 49 i tweet totali di Salvini contro 15 tweet di Renzi, per una reach complessiva di quasi 100 milioni di utenti (56.7 milioni Salvini – 50.7 milioni Renzi).
A fiancheggiare e sostenere la comunicazione digitale e il volume di contenuti di Salvini è intervenuto anche il suo partito, con 40 tweet prodotti dagli account della Lega che hanno raggiunto quasi 4 milioni di persone. A differenza dall’ex ministro dell’Interno e a causa della scissione, Renzi non ha potuto contare su un partito consolidato sui social.
A supportare le sue posizioni arrivano quindi singole figure come Luciano Nobili, al fianco di Renzi in Italia Viva o influencer politici come Daniele Cinà. Inoltre, come è nel suo stile, Salvini ha puntato molto sulla sua fanbase, la quale ha tenacemente supportato e condiviso ogni contenuto pubblicato.
LA FORZA SOCIAL DELL’EX PREMIER È ANCORA SOLIDA
Nel complesso, uno sguardo più attento dimostra che la forza social di Renzi è ancora la più solida. Nonostante l’ex premier abbia pubblicato un terzo dei contenuti rispetto al contendente, i suoi tweet hanno raggiunto un tasso di coinvolgimento doppio se confrontati con quelli del rivale (1.8k per singola mention rispetto agli 0,8K di Salvini).
Dunque, nonostante la schiera dei fan digitali di Renzi sia frammentaria rispetto a quella di Salvini, è ancora in grado di coinvolgere una platea più vasta. In conclusione, possiamo anche affermare che il dibattito è stato una sorta di seconda primavera social per Porta a Porta: alle 23, quasi 17 mila persone usavano l’hashtag #portaaporta per commentare e interagire sul dibattito.
SUL PIANO TELEVISIVO SI CHIUDE CON UN PAREGGIO
E sul piano televisivo? A mio avviso il risultato del confronto è un pareggio. Vestiti uguali come fratelli gemelli (ma d’altra parte il pubblico moderato di ultra 40enni di Porta a Porta richiede l’abito classico e la cravatta), i due Matteo hanno duellato al fioretto. Salvini eccessivamente monocorde sull’immigrazione (punto debole di Renzi), scanzonato e battutista è apparso meno preparato del leader di Italia Viva, che ha allargato il confronto a più temi del suo rivale. Tuttavia, Salvini ha saputo dribblare le questioni scomode e ha usato la mimica per minimizzare le accuse dell’avversario. Niente però che possa spostare decisamente il pendolo del consenso verso l’uno o l’altro. Ma probabilmente l’obiettivo di entrambi non era vincere, ma conquistarsi (come avvenuto sui social) una platea alternativa e visibile rispetto a Pd e M5s impegnati nel complesso e divisivo varo della legge di Bilancio.