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I Podcast, Strumento Sottovalutato Di Comunicazione

I podcast, strumento sottovalutato di comunicazione

di Gianluca Comin

Tra gli strumenti che hanno cambiato il modo di fare informazione ci sono sicuramente i podcast. Avere la possibilità di riascoltare una trasmissione radiofonica che non siamo riusciti a intercettare è infatti un’attività che tendiamo ormai a dare per scontata: come accade per fiction e programmi televisivi che sappiamo di poter recuperare con una certa facilità su portali ad hoc, si è ormai diffusa l’abitudine di andare con calma alla ricerca di interviste o dibattiti a cui siamo interessati e che siamo disposti a goderci in un altro momento.

CRISTALLIZZA CIÒ CHE È EVANESCENTE. Una delle caratteristiche che hanno più segnato la nostra epoca è proprio la contemporaneità dei flussi di informazione e la sensazione, spesso frustrante, di non essere sempre perfettamente in grado di selezionare i contenuti che rispecchiano maggiormente le nostre passioni e curiosità. Il podcast, cristallizzando e rendendo disponibile qualcosa di evanescente e irrepetibile come un intervento radiofonico, è dunque uno degli antidoti con maggiori potenzialità.

IN ASCOLTO MENTRE FACCIAMO ALTRO. Che si tratti del podcast di un programma radiofonico collocato in una fascia oraria difficilmente compatibile con i nostri impegni lavorativi oppure di una pillola audio a corredo di una newsletter (da non perdere gli appuntamenti giornalieri con List di Mario Sechi), quello che conta è il valore informativo e comunicativo che può esso può rappresentare. Innanzitutto, è uno strumento che permette di andare oltre la lettura di un testo complesso dandoci la possibilità di dedicarci ad altro nello stesso momento: un esercizio in palestra, una passeggiata mattutina, un viaggio in macchina o in treno.

Basta un paio di cuffie per riascoltare la lettura di un romanzo, un’intervista a una figura politica, un concerto di musica classica o jazz. Questa “a-temporalità” del podcast ci permette, come comunicatori, di dilatare ulteriormente lo spazio di attenzione che la radio riesce a presidiare in quei frammenti di tempo in cui viene intercettata dagli ascoltatori.

UN RUOLO ANCHE ELETTORALE. Una volta acquisita maggiore consapevolezza di questo valore aggiunto, le nostre attività possono guadagnarsi un raggio d’azione tutto nuovo. Pensiamo alla campagna elettorale imminente, nella quale la lotta per la conquista dei collegi uninominali introdotti con la recente riforma elettorale conferirà con tutta probabilità un livello più alto di personalizzazione al dibattito politico.

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Una testimonianza audio può essere inserita in una newsletter condivisa per esempio su Facebook.

Costruire la figura pubblica di un candidato è un lavoro con molte sfaccettature, che richiede l’intersezione di tutta una serie di attività: ufficio stampa, eventi sul territorio, visite in luoghi-chiave del collegio, comunicazione digitale tramite sito web e social media. Uno strumento come il podcast, per esempio, può permetterci di rendere disponibile una sua testimonianza audio anche a chi non ha avuto modo di ascoltarla direttamente: può essere inserita in una newsletter, condivisa su Twitter e Facebook, segnalata ai militanti perché ne possano riportare i contenuti di maggior rilievo durante la loro attività quotidiana.

CANALI AZIENDALI DIFFERENZIATI. Lo stesso vale per la comunicazione di carattere strettamente aziendale. Un intervento del nostro amministratore delegato o di un altro manager del gruppo non può esaurirsi nel momento in cui viene trasmesso. Il vero segreto consiste nella possibilità di far leva sulla valenza comunicativa di quell’elemento anche in un secondo momento, ingaggiando gli stakeholder di maggior rilievo per un dato tema attraverso canali differenziati.

Anche in questo caso è fondamentale utilizzare in modo intelligente i social network dell’azienda per diffondere ulteriormente il contenuto audio, segnalandolo a determinati influencer o utilizzando un vettore tradizionale come la newsletter per invitare i lettori a riascoltarlo.

BREVI INTERVENTI SU BLOG E SOCIAL. I giornalisti stessi stanno comprendendo sempre più che la loro voce, oltre agli scritti che pubblicano quotidianamente offline e online, rappresenta uno strumento su cui puntare per dare visibilità alla loro posizione sulle grandi tematiche del dibattito pubblico. Si può fare registrando brevi interventi da postare sui propri profili social o arricchendo il proprio blog con contenuti audio scaricabili.

RIVOLUZIONE PER LA NOSTRA EPOCA. In un’epoca in cui tendiamo a dire frettolosamente «non ho tempo», il podcast è un’arma incredibilmente efficace per rendere davvero interessanti (e decidere autonomamente!) anche i nostri momenti di pausa.

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