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Cinque Serie Tv Sulla Politica Da Non Perdere

Cinque serie tv sulla politica da non perdere

Questa settimana vorrei uscire dai binari tracciati in questi mesi nel mio appuntamento settimanale con la rubrica Spin doctor e parlare di quel mondo a cavallo tra fanta-politica e realtà dei giochi di potere rappresentato dalle serie tivù che trattano di politica e di creazione del consenso, di comunicazione e attività di lobby.

Come i grandi leader. Esperienze che ricalcano delle volte fedelmente quello che accade negli uffici presidenziali dei più grandi leader mondiali.

Di seguito una non-classifica sulle migliori rappresentazioni della scena politica contemporanea in televisione.

1. House of Cards: cinismo, Realpolitik e intrighi di potere

Una serie che non ha bisogno di presentazioni, seguita dai più grandi leader di tutto il mondo, tra cui i due presidenti americani che hanno tracciato la storia politica Usa degli ultimi 20 anni come Barack Obama e Bill Clinton, nonché il nostro premier Matteo Renzi.

L’attuale presidente americano, alla vigilia del debutto della terza serie su Netflix, ha twittato: «Domani: @HouseOfCards. Niente spoiler, per favore».

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Clinton: «Il 99% è realistico». L’ex presidente Clinton invece, caro amico di Kevin Spacey, in un’intervista per Gotham ha dichiarato: «Kevin, il 99% di quello che fai vedere nella serie è realistico. L’1% che non hai azzeccato è che non riusciresti mai a far passare una legge sull’istruzione così in fretta».

Perfetta visione delle lobby. Questo misto di cinismo, realpolitik e intrighi di potere stupisce per un aspetto che è difficile da trovare in altre serie televisive: la visione delle lobby, spiegata e agita in maniera molto attenta, senza essere mitizzata o portata agli eccessi. I lobbisti si integrano in maniera efficace e assolutamente realistica nella trama del racconto. 

2. Homeland: come l’America contrasta il terrorismo

Anche se per molti sembrerà strano inserire Homeland nella non-classifica delle migliori serie tivù sulla politica, questa fiction ne ha tutto il diritto.

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La serie mostra le conseguenze della guerra al terrore lanciata dall’amministrazione Bush attraverso la storia di un sergente dei Marine che, liberato dopo otto anni di prigionia in Iraq, viene sospettato di essere un prigioniero convertito all’Islam radicale e passato al servizio di al Qaeda.

Gli intrecci di potere tra politica interna e relazioni internazionali ne fanno un esempio perfetto di come l’America interpreta la lotta al terrorismo.

3. Scandal: un corso di formazione sulle campagne elettorali

Ispirata alla storia di Judy Smith, donna afroamericana che ha lavorato per l’amministrazione Bush senior e che ha fondato una delle agenzie di crisis management più famose degli Stati Uniti (Smith & Company). E che ha avuto un ruolo cruciale nel Lewinsky gate.

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Memorabili infatti le foto in cui trascina via dai giornalisti la giovane stagista implicata nel caso Clinton, o la gestione dell’affare Enron, fino alla crisi della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico.

La serie, ispirata a questo mito del crisis e del campaign management, soprattutto nelle prime stagioni, è un corso di formazione sulla comunicazione politica, con un intreccio tra casi di crisi e rapporti con il presidente americano, di cui Olivia Pope (la protagonista della serie) è stata manager della prima campagna elettorale.

4. The West Wing: la miglior fiction nel suo campo

Se parliamo di serie sulla politica, questa è “la” serie, senza alcun dubbio. Ambientata alla Casa Bianca, mostra i due mandati di un presidente democratico, a cavallo degli Anni 2000.

La serie, nata alla fine degli Anni 90, ha camminato di pari passo con la presidenza Bill Clinton, per poi seguire il mandato repubblicano e gli eventi dell’11 settembre.

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In Italia, con il titolo Tutti gli uomini del presidente, non è riuscita a sfondare né su Rete4 né su Sky. Nonostante questo, si tratta della miglior serie tivù mai realizzata sulla comunicazione politica, sulla lobby e sulla costruzione del consenso.

Momenti indimenticabili. Tra i momenti da non perdere per gli amanti dello spin doctoring a stelle e strisce ci sono sicuramente le campagne elettorali, la gestazione per il discorso dello State of the Union, la preparazione ai dibattiti pre elettorali, i rapporti con gli elettori e le relazioni tra democratici e repubblicani.

5. The thick of it: humor inglese, cinismo e “nomfup”

Ambientato in Inghilterra, è andato in onda sulla Bbc tra il 2005 e il 2012. Con il tipico humor inglese, ci porta nelle stanze del ministero degli Affari sociali e nelle tipiche giornate di spin doctor, collaboratori e giornalisti.

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Con un linguaggio crudo e ricco di slang, la fiction ideata dall’italo-scozzese Armando Iannucci offre un quadro cinico, spesso ridicolo, dei tanti eventi che capitano ogni giorno nelle stanze del potere.

La frase più ripetuta è «Nomfup» (“Not my fucking problem”). Chissà se Filippo Sensi, lo spin doctor di Matteo Renzi, si è ispirato proprio a The Thick of it per il suo nick name usato su Twitter e nel suo blog.

Bonus: 1992, l’ottimo esperimento italiano tra finzione e realtà

Interessante infine l’esercizio di Sky Italia con1992 e le serie Made in Italy. Oltre alla serie, infatti, sono stati programmati degli speciali su SkyTg24 e su History channel da studiare sulla storia italiana degli Anni 90.

1992

La serie è di ottimo livello e, se vogliamo, diversa da quelle americane perché condivide in sé fiction e realtà. Un esperimento innovativo per il nostro palinsesto televisivo, che con Gomorra è riuscita finalmente a esportare la produzione tivù italiana in tutto il mondo.

Twitter @gcomin

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