skip to Main Content
Fake News E Strategie Di Fact Checking

Fake news e strategie di fact checking

di Gianluca Comin

Dopo le aspre critiche rivolte alle grandi piattaforme online durante avvenimenti come le ultime elezioni americane e il referendum per la Brexit, cresce l’attenzione delle big tech nella lotta contro la disinformazione e la diffusione sistematica di fake news volte a influenzare il dibattito democratico e ad alterare l’esito delle prossime elezioni europee. Recentissima la notizia della rimozione da parte di Facebook di 23 pagine italiane, seguite quasi 2 milioni e mezzo di follower, che condividevano contenuti di incitamento alla violenza o all’odio su temi sensibili come immigrazionevaccinazioni e così via, a seguito dell’indagine condotta dall’ong internazionale Avaaz.

La segnalazione, come si legge nel documento inviato a Facebook, riguardava l’esistenza sulla piattaforma di una rete di 14 network che comprendevano 104 tra pagine e gruppi con un totale di 18,2 milioni di follower, di cui oltre la metà a sostegno di Lega e Movimento 5 stelle, che creavano e diffondevano fake news, attraverso una gamma diversificata di strumenti. Oltre ai profili fake molto attivi nelle discussioni online più violente, alcune pagine dai nomi generici come Questa è l’Italia o I valori della vitacondividevano contenuti politici appositamente ingannevoli; frequente anche il cambio di nome di pagine già esistenti per riciclare i follower e convogliare notizie fake nei feed degli utenti. La piattaforma ha attivato, in vista delle elezioni europee del 26 maggio, una speciale task force composta 40 team di esperti che, coadiuvata dall’intelligenza artificiale e da organizzazioni di fact checking, possa individuare in tutta Europa i contenuti falsi diffusi, garantendo così una maggiore correttezza informativa per i propri utenti.

LE CONTROMISURE DI GOOGLE E YOUTUBE

Maggiore impegno nella tutela degli utenti e nel contrasto alla disinformazione anche da parte di Google che ha predisposto nuovi strumenti per aumentare la fiducia degli utenti in relazione all’informazione online. Su Google Search, è stato predisposto l’aggiornamento degli algoritmi per garantire che i contenuti considerati più autorevolisiano i primi a essere trovati dagli utenti, mentre su YouTube sono stati lanciati i canali Top News e Breaking News in Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Italia, Polonia e Paesi Bassi che riportano nella home page della piattaforma solo contenuti ritenuti validi, grazie a un nuovo sistema di categorizzazione che valuta l’affidabilità delle fonti.

Per facilitare la ricerca di informazioni corrette e di alta qualità sulle Europee è stata inoltre creata la sezione “Elezioni europee 2019” su Google News, mentre su Google Trends è possibile seguire tutte le notizie relative alle elezioni grazie a uno speciale focus che permette di rispondere a domande e curiosità su tutti i candidati e sui gruppi. In più, due nuovi strumenti di fact checking sono stati elaborati da Google stesso, “Fact Check Markup” e “Fact Check Explorer” che permettono un controllo capillare delle informazioni contenute in un articolo, taggando e segnalando un dato affinché venga valutata l’affidabilità della fonte.

COME FUNZIONA IL FILTRO DI NEWSGUARD

Per rispondere alle esigenze degli utenti esistono anche altre modalità di verifica delle notizie trovate sul web, che agiscono in maniera indipendente sulle grandi piattaforme. Da poco arrivato in Italia il filtro di NewsGuard che, attraverso le analisi fornite da un gruppo composto da giornalisti ed esperti del settore dell’informazione, analizza e valuta l’attendibilità dei siti di informazione e le grandi piattaforme social. Il filtro assegna ai vari siti etichette di colori diversi (rossa, verde e grigia) a identificare il grado di fiducia riposta nel sito, dando modo agli utenti di comprendere se stanno navigando in siti affidabili o meno. La particolarità di NewsGuard è che non si avvale dell’intelligenza artificiale, ma solo di quella umana per individuare le fake news.

UNA REAZIONE CORRETTA DA PARTE DELLE GRANDI TECH COMPANY

Le elezioni europee rappresentano un’importante prova per valutare se gli strumenti di verifica e controllo predisposti dai grandi player siano sufficienti a rispondere alle esigenze degli utenti e a garantire la più ampia e corretta gamma di informazioni, o se invece siano necessarie nuove regole più stringenti sul tema. Ma è chiaro che la sensibilità dell’opinione pubblica sul tema così importante per la difesa della democrazia ha attivato una corretta reazione da parte delle grandi tech company, fino a ora sorde al problema.

Back To Top