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È La Responsabilità Etica A Determinare La Reputazione Dei CEO

È la responsabilità etica a determinare la reputazione dei CEO

di Gianluca Comin

Nel 2018, Sundar Pichaichief executive officer di Google, occupava il primo posto del Global ceo RepTrak, la classifica elaborata ogni anno dal Reputation Institute degli amministratori delegati con la reputazione più alta al mondo. Un anno dopo, nel 2019, Sundar Pichai non compare neanche nelle prime 10 posizioni del ranking ma solo all’ottantottesima.

Il ceo di Google Sundar Pichai.

Le polemiche dei dipendenti per la gestione dello scandalo sessuale e le accuse di violazione dei dati a carico di Google hanno incrinato sia la reputazione del gigante del tech sia del suo ceo. Eppure, con una revenue di 136 miliardi di dollari l’azienda si afferma come un colosso il cui logo si posiziona al terzo posto nella classifica dei 100 brand più riconoscibili al mondo secondo la classifica del 2019 stilata da Ranking the Brands. Come può il ceo di un’azienda con profitti così elevati scendere di 87 posizioni nel giro di un anno?

UN CEO VIENE VALUTATO PER LA RESPONSABILITÀ SOCIALE E AMBIENTALE

Sono finiti i tempi in cui performance finanziarie di successo e programmi innovativi erano le sole chiavi per ottenere una reputazione infallibile. Secondo l’analisi del Reputation Institute, sono la responsabilità sociale e ambientale ad avere oggi un peso fondamentale nella percezione della reputazione di un ceo. È proprio la forza trainante della responsabilità la ragione per cui figure come il ceo di Google Sundar Pichai, l’amministratore delegato internazionale di MondelēzDirk Van de Put, e l’amministratore delegato di LinkedinJeff Weiner, nel giro di un anno hanno perso parecchie posizioni all’interno del Global ceo RepTrak.

LE BATTAGLIE PER IL CLIMA DI SHELL

Dalla classifica 2019, stilata dal Reputation Institute sulla base delle risposte di 230 mila individui in 14 Paesi, emerge chiaramente la stretta connessione tra la reputazione dell’aziende e quella del suo ceo e di come quest’ultima dipenda da azioni etiche piuttosto che finanziarie. E così nel 2019, il primo posto del ceo RepTrak è occupato dall’amministratore delegato di Royal Dutch ShellBen Van Beurden. Attraverso azioni volte a ridurre del 50% entro il 2050 la carbon footprint di Shell e l’organizzazione di una task force sulle Climate-Related Financial Discosures, il CEO sta stimolando la trasformazione reputazionale di Shell e dell’intero settore energetico. Van Beurden e Shell infatti, stanno comunicando in modo chiaro il loro impegno concreto a proteggere il pianeta dalle minacce ambientali che lo stesso settore energetico ha contribuito a creare.

Ben van Beurden, ceo della Royal Dutch Shell.

UN BUON FATTURATO NON BASTA PIÙ PER GIUDICARE UN CEO

In altri termini, nello scenario attuale, caratterizzato da una crescente sensibilità alle questioni ambientali e sociali, il mero profitto non basta per conquistare la stima dell’opinione pubblica e degli stakeholder chiave. Ai leader viene sempre più chiesto di affiancare l’attenzione al fatturato alla creazione di impatti sociali ed ambientali positivi. Una necessità alla quale anche la comunicazione e le relazioni esterne non possono che far fronte in modo concreto, anche utilizzando soggetti terzi, come centri di ricerca e imprese specializzate nella misurazione d’impatto, parola d’ordine sulla quale sta crescendo sempre più un vero e proprio hype.

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