Curriculum, consigli e codici per giovani comunicatori
In un mercato sempre più competitivo, è bene che i giovani comunicatori si armino di buona volontà e delle giuste skill per competere con il mondo che li aspetta.
Ogni giorno mi arrivano curriculum vitae di ragazzi volenterosi di lanciarsi nel mondo delle lobby, della comunicazione e delle relazioni esterne.
È sempre difficile interpretare le competenze di una persona attraverso le esperienze contenute in meno di due pagine di Word.
L’intuito è decisivo. Il colloquio è un momento fondamentale per guardare negli occhi la persona e capire in 30 minuti chi si ha di fronte.
Molto spesso l’intuito, dopo anni di carriera, ti porta a capire subito se la giovane risorsa fa al caso tuo, o se non ha le giuste motivazioni e capacità per intraprendere un percorso all’interno dell’azienda.
Stage, ottima arma. Tuttavia l’errore è sempre dietro l’angolo, e gli stage formativi sono un’ottima modalità per testare e comprendere a fondo se integrare o meno quel ragazzo all’interno della struttura.
Oggi vorrei dare qualche consiglio pratico ai giovani laureandi che si affacciano per la prima volta sul mondo del lavoro, e perché no, anche ai reparti e alle agenzie di comunicazione e public relation che si trovano ogni giorno ad affrontare un’offerta enorme di risorse e pochi posti a disposizione.
Soprattutto in un periodo in cui, secondo gli ultimi dati Istat, la disoccupazione giovanile ha toccato il record del 43%.
Indagine Gould+Partners. La domanda fondamentale è quali siano le competenze e le job skill più richieste dalle agenzie di comunicazione e public relations a livello mondiale.
A questo fine voglio riportare un’indagine condotta da Gould+Partners, che ha intervistato un campione rappresentativo di public relation specialist e consulenti aziendali, secondo i quali la risposta alla domanda precedente non può essere univoca, ma dipende in larga misura dalle necessità specifiche delle agenzie e i progetti che il junior dovrà seguire.
PR agencies requirement. Lo studio, dal titolo “What Pr Agencies Require of New-Hire Junior Account Executives”, ha preso come campione una sezione trasversale di agenzie di pr tra le centinaia sparse per tutti gli Usa e il Canada.
L’indagine è stata condotta con lo scopo di aiutare i giovani laureati a trovare lavoro nel posto giusto e nel minor tempo possibile.
Requisiti simili in 15 anni. Secondo lo studio, la maggior parte delleskill richieste oggi sono simili a quelle al centro dei colloqui di lavoro degli ultimi 15 anni, ma con variazioni dovute ai trend di mercato e all’innovazione tecnologica.
Partendo dal campione, oltre l’85% delle risposte provengono da agenzie con un fatturato inferiore ai 3 milioni di dollari (54,55%) o tra i 3 e i 10 milioni di dollari (30,91%).
Stiamo parlando di realtà non troppo grandi, ma consolidate e con un numero di dipendenti che va dai 20 delle più piccole, al centinaio di quelle più grandi, senza considerare gli elefanti della consulenza e i grandi gruppi strutturati verticalmente.
Laurea, capacità e caratteristiche: cosa viene preferito
Educazione di base. Quasi il 97% delle agenzie richiede una laurea universitaria, senza soffermarsi sui master di primo e secondo livello.
Anche se il risultato è in parte viziato dalla domanda stessa, che pretende il livello minimo di studio.Le lauree più richieste sono Public relation (92,86%), Giornalismo (73,21%) e Marketing (64,29%). Comunicazione è solo al quarto posto, con il 50% delle preferenze.
Job skill. Per quanto riguarda le job skill invece, troviamo la scrittura al primo posto con il 92,59% delle preferenze, seguito dalle abilità di relazione con i media (88,89%) e di ricerca (59,26%).
Con ricerca non si intende l’abilità accademica o la competenza specifica in ricerche di mercato, bensì la capacità di individuare e analizzare a fondo le informazioni prima di redigere strategie e azioni.
Knowledge. Sul versante delle conoscenze, la scelta di tre opzioni su otto ha visto primeggiare le Social media practice (88%), seguite dalle Pr practice (69%) e dai Marketing basics (60%).
Persona. Infine, importanti anche le caratteristiche personali e caratteriali che vengono maggiormente apprezzate e richieste in ambito lavorativo.
Con l’83,93% al primo posto viene premiata l’eloquenza (articulate), seguita a stretto giro dalla motivazione personale (82,14%), poi lo strategic thinking(69,64%) e la collaborazione (team player) con il 55,36%.
Altre competenze fondamentali sono la capacità di parlare bene in pubblico, il rispetto di tempi e assignment, lo storytelling e l’abilità di pensare out of the box.
Senza citare competenze ovvie e ormai date per scontate come l’utilizzo di Office o la conoscenza dell’inglese.
L’università italiana ha lacune profonde
L’università italiana ha in questo senso lacune molto profonde rispetto al modello anglosassone, senza voler esprimere un giudizio valoriale.
Uno studente di economia, così come uno studente di comunicazione, una volta uscito dall’università è preparato e ricco di nozioni, ma alla prova del mondo lavorativo deve rimboccarsi le maniche e apprendere tante cose che l’università non gli insegna.
Manca il legame con le imprese. Nelle nostre facoltà, nonostante gli ottimi professori, manca una maggiore contaminazione tra accademia e impresa.
E sono proprio i giovani comunicatori, i futuri public relationer o le promesse del marketing che devono muoversi per modificare la flessibilità studio/lavoro dei programmi universitari e arrivare sul mercato con alle spalle già un bagaglio di esperienza per poter competere con i cugini inglesi o americani.