Costruiamo un nuovo approccio per dialogare coi mercati
La comunicazione finanziaria è un settore che ha subito profondi cambiamenti negli ultimi 30 anni.
Era il 1980 quando Enrico Cuccia, storico fondatore di Mediobanca, pronunciava la ormai celebre frase «Il peccato veniale di un banchiere è fuggire con la cassa, quello mortale è parlare». La stessa banca solo 20 anni dopo festeggiava la messa online del sito internet, che le è valso premi e riconoscimenti da parte della comunità finanziaria italiana.
Fonte: Archivio http://www.oscardibilancio.org/
Un mondo in evoluzione. Questi spunti ci aiutano a riflettere sugli stravolgimenti che la comunicazione finanziaria e, in generale, le relazioni esterne hanno dovuto affrontare negli ultimi anni. Per dialogare con i mercati finanziari bisogna infatti avere la capacità di trasmettere il valore dell’azienda attraverso una serie di strumenti che si inseriscono nelle normali relazioni aziendali.
La comunicazione finanziaria interviene nel rapporto con gli azionisti e, più in generale, con gli stakeholder di riferimento, attraverso la diffusione di informazioni sensibili in grado di determinare la stabilità economica e finanziaria di un’azienda.
In questo gioca un ruolo centrale la modalità con la quale queste informazioni vengono veicolate ai mercati.
Cambiano le regole del gioco. Tuttavia, sono proprio questi strumenti al servizio della comunicazione finanziaria che stanno cambiando, modificando con sé le regole del gioco.
L’avvento degli strumenti digitali e dei social network rappresenta una sfida per il settore. In un’era dove le informazioni viaggiano a doppia velocità, relegare la comunicazione dei risultati di un’impresa a un documento che viene diffuso una volta all’anno è un quanto mai anacronistico.
L’obiettivo dei responsabili comunicazione e investor relations sarà proprio quello di riuscire a integrare questi strumenti digitali con le direttive della comunicazione obbligatoria, modificando profondamente il processo di diffusione delle informazioni relative a un’azienda.
Il barometro dell’Oscar di Bilancio. In questo contesto, in Italia, un premio su tutti è riuscito a intercettare le più avanzate tendenze della comunicazione finanziaria, fungendo da vero e proprio barometro del settore. Si tratta dell’Oscar di Bilancio, giunto quest’anno alla 52esima edizione.
Lo storico concorso, gestito e organizzato da Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), premia le imprese e le organizzazioni pubbliche più virtuose nella rendicontazione economica e nella cura del rapporto con gli stakeholder e rappresenta da sempre un punto di rifermento per le comunità professionali del settore economico-finanziario e della comunicazione.
Uno strumento fondamentale. Nato nel 1954 per volontà di Roberto Tremelloni, futuro ministro delle Finanze e allora presidente dell’Ipr, il premio aveva e ha «l’intento di stimolare le aziende a una migliore presentazione, redazione e diffusione della relazione annuale di bilancio», per la prima volta presentata come strumento per fare conoscere la realtà aziendale a una molteplicità di pubblici, «dal cittadino come consumatore dei prodotti, ai pubblici poteri, al risparmiatore, all’azionista, ai dipendenti, ai clienti e fornitori, allo studioso di economia aziendale».
L’Oscar di Bilancio, nelle numerose variazioni intercorse nelle differenti edizioni, ha mantenuto un’impostazione coerente e un filo conduttore votato alla diffusione di una cultura della rendicontazione e della comunicazione con gli stakeholder aperta e trasparente.
In qualità di Segretario generale del premio, segnalo che le aziende e le non profit avranno fino al prossimo 14 ottobre per candidare la propria organizzazione. Le modalità di partecipazione e il regolamento si trovano sul sito www.oscardibilancio.org.
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