Scenario Italia, verso il 2023 tra riforme e PNRR. Meloni: “Il presidenzialismo è una priorità”
Mentre il Senato approva definitivamente la Legge di Bilancio la premier ha risposto alle domande della stampa nella consueta conferenza di fine anno illustrando gli obiettivi del governo per il 2023.
Dalla tenuta del governo al PNRR: il piano di Giorgia Meloni. Una conferenza stampa di fine anno che ha l’aspetto del primo vero confronto con la stampa da parte di Giorgia Meloni, in carica a Palazzo Chigi da circa due mesi. Al centro dell’interesse della stampa i prossimi passi del governo nel 2023. Meloni definisce le priorità (presidenzialismo, riforma fiscale e riforma della giustizia) ma ribadisce anche la volontà di continuare a lavorare sul PNRR, confermando anche il puntuale raggiungimento dei 55 obiettivi richiesti dall’Ue per ottenere la tranche 19 miliardi di euro. Parole rassicuranti anche sulla tenuta del governo: “Normale ci siano sfumature diverse, ma mi fido dei miei alleati”, ha garantito.
Grazie al voto di 109 Senatori si da il via libera alla finanziaria. Alla Camera il Decreto Rave diventa legge. Senza apportare modifiche e agganciando al testo la questione di fiducia, la maggioranza ha approvato la manovra di bilancio. Alla Camera invece è stato convertito in legge anche il Decreto Rave, introducendo nel codice penale il reato “Rave Party” che prevede come pena massima 6 anni di carcere e il pagamento di 10.000 euro di multa. Inoltre, la legge prevede il reintegro anticipato degli operatori sanitari non vaccinati e la sospensione delle multe per gli over 50 che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale.
L’aumento dei contagi in Cina è al centro delle conversazioni sulla rete. La nuova ondata di Covid-19 ha colpito anche Apple e Tesla, provocando un forte calo della produzione e della domanda. Inoltre, su Weibo, i contenuti che descrivono l’emergenza sanitaria vengono oscurati. Nell’ambito del conflitto russo-ucraino, le tecnologie statunitensi consentono a Kiev di mappare in tempo reale il territorio e garantire l’accesso a Internet. L’influenza di Washington nel conflitto si manifesta anche nel progetto di impedire all’Iran di costruire droni per venderli in seguito al Cremlino. Un archivio contenente i dati sensibili degli utenti iscritti a Twitter viene messo in vendita su un forum online.