Scenario Italia, summit Nato a Washington: confermato il supporto a Kiev
Dal vertice dei leader dei Paesi membri dell’alleanza atlantica, ribadito il totale sostegno militare ed economico all’Ucraina. Passaggio di consegne tra l’ex Segretario Generale, Jens Stoltenberg e il nuovo, Mark Rutte
Si è concluso il Summit Nato a Washington. Confermato l’impegno politico e militare verso l’Ucraina, con un nuovo finanziamento di 40 miliardi di euro entro il prossimo anno con l’intento di “fornire assistenza sostenibile alla sicurezza”. È terminato anche il mandato di Jens Stoltenberg che chiude i suoi dieci anni alla guida dell’Alleanza Atlantica, con il passaggio di consegne a Mark Rutte previsto per ottobre. Inoltre, è stato creato il Nato Security Assistance and Training for Ukraine, meccanismo per coordinare l’equipaggiamento militare e l’addestramento, senza coinvolgere direttamente la Nato nel conflitto con la Russia.
L’economia italiana mantiene buoni livelli di crescita. Secondo l’Istat, infatti, continua il momento positivo italiano con un aumento del PIL dello 0,3 per cento nel primo trimestre e una crescita acquisita per il 2024 dello 0,6 per cento. In salita anche il tasso di occupazione, aumentato dello 0,6 per cento tra marzo e maggio, confermandosi uno dei migliori dell’Unione Europea. Rimane invece in calo il livello di inflazione, tra i più bassi dell’Eurozona. A giugno, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca) è cresciuto dello 0,9 per cento, rispetto al 2,5 di Germania, Francia e dell’area euro, e al 3,5 della Spagna.
Attiviste di Palestine Action rivendicano online l’attacco a una fabbrica di armamenti. La Bbc riporta che le tre attiviste, dopo aver attaccato l’azienda accusandola di produrre alcune componenti per gli aerei caccia dell’esercito Israeliano, sarebbero state arrestate e successivamente rilasciate su cauzione. La propaganda russa ha cercato di attribuire, anche attraverso l’uso dei social, la colpa dei bombardamenti all’ospedale pedriatico di Kiev all’esercito ucraino e americano: la smentita sarebbe arrivata dall’analisi di alcune immagini diffuse online che attribuirebbero alla Russia la proprietà dei missili inviati.