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Scenario Italia, le previsioni economiche del World Economic Forum
Al via l’appuntamento annuale di Davos, dove si riuniranno le più importanti istituzioni economiche globali. Le previsioni per il 2025 annunciano una crescita debole in Europa, ma anche un rallentamento della Cina.
Inflazione, conflitti e mutamenti geopolitici: questi i principali fattori di preoccupazione secondo la prima previsione economica del World Economic Forum per il 2025, in attesa dell’apertura dell’appuntamento di Davos. Secondo il 56 per cento degli esperti le “condizioni economiche saranno più deboli rispetto al 2024”, con politiche fiscali e commerciali sempre più orientate alla protezione degli interessi nazionali. Tra i principali fattori di rischio c’è quello dei conflitti armati tra stati: un tema che fino a due anni fa non era considerato un rischio importante e che ora rappresenta la minaccia materiale più urgente per il prossimo anno.
Panetta: “Rilanciare cooperazione e interazione”. Il Governatore della Banca d’Italia lancia il monito sull’importanza di una nuova stagione economica all’insegna degli scambi internazionali e dell’integrazione. “Recidere i legami economici e commerciali – ha spiegato – comporterebbe una perdita di benessere per la popolazione mondiale”. Anche Panetta si concentra sulle conseguenze delle tensioni geopolitiche: “Il numero delle guerre è tornato a crescere negli ultimi anni”. Per questo “è necessario rilanciare la cooperazione e l’integrazione economica per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo”.
La Corea del Sud è scossa dalla crisi politica. Sui social media si diffondono i video virali del Presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol che si dichiara innocente prima del suo arresto e quello delle proteste scatenate dai suoi sostenitori. Intanto, il 2025 sarà l’anno degli agenti di intelligenza artificiale: software autonomi che trasformeranno settori come cybersicurezza, energia ma anche la vita quotidiana degli utenti. Si apre il dibattito social sul tema, soprattutto in relazione all’aumento dei timori sulla dipendenza digitale. Meta, intanto, abbandona il Metaverso e continua ad investire sull’IA nel processo di ridefinizione dell’identità aziendale.