
Fate spazio allo Spazio
di Umberto Guidoni
Il 4 ottobre del 1957 il mondo fu colto di sorpresa dal lancio dello Sputnik 1, il primo compagno di viaggio della Terra. Fu l’evento che segnò l’inizio dell’era spaziale. Da allora molte cose sono cambiate. Veicoli automatici sono atterrati su pianeti, lune e asteroidi del sistema solare e le due sonde Voyager, lanciate nel 1977, stanno addirittura viaggiando nello spazio interstellare.
Nel 1964 c’erano poco più di 50 satelliti in orbita terrestre. Oggi ce ne sono oltre 10mila, con decine di migliaia pronti a essere lanciati nei prossimi anni. Le previsioni meteorologiche, l’agricoltura, i trasporti, la gestione dei disastri e molte altre attività dipendono dai dati provenienti dallo spazio e i servizi satellitari sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana. Un tempo quasi esclusiva competenza delle agenzie governative, questi servizi sono ora anche appannaggio del settore privato, grazie ai recenti progressi tecnologici nei materiali, nell’elettronica e nella propulsione, che hanno reso più facile e meno costoso l’accesso allo spazio.
Un’altra novità è la rapida crescita dei servizi utilizzabili direttamente nello spazio. I costi ridotti hanno favorito la nascita di nuove startup e spinto le aziende aerospaziali tradizionali a esplorare nuove opportunità che un tempo sembravano troppo costose o difficili. I miglioramenti tecnologici hanno anche attirato gli investitori, determinando un aumento significativo dei finanziamenti privati nel settore spaziale.
Il potenziale per applicazioni spaziali innovative è significativo, specialmente se le industrie aerospaziali e le aziende che non si sono mai avventurate in orbita creeranno partnership. Per esempio, le compagnie farmaceutiche potrebbero utilizzare laboratori orbitali per studiare la crescita cellulare, mentre la produzione di semiconduttori potrebbe essere trasferita nello spazio, sfruttando la microgravità per realizzare chip più performanti. Queste possibilità, che solo una decina di anni fa sembravano pura fantascienza, diventeranno realtà nel prossimo futuro.
Non diversa è la situazione del volo umano. Pochi anni dopo lo storico volo di Gagarin, Armstrong e Aldrin misero piede sulla Luna. L’avventura lunare durò solo un triennio, ma la presenza umana nello spazio si è comunque consolidata, soprattutto grazie alla realizzazione di basi in orbita terrestre. La più importante, l’International Space Station (ISS), è operativa da quasi 25 anni e ha ospitato centinaia di astronauti di oltre venti Paesi, che l’hanno abitata per mesi. Tuttavia, fino al 2020, tutti gli equipaggi sono andati nello spazio esclusivamente a bordo di veicoli appartenenti alle agenzie spaziali di tre Paesi: Russia, Stati Uniti e Cina.
Negli ultimi anni, grazie anche alle ricerche e alle tecnologie sviluppate da compagnie private, stiamo assistendo a una nuova era spaziale, caratterizzata da un accesso allo spazio senza restrizioni. Un esempio significativo è quello di SpaceX, l’azienda di Elon Musk, che ha costruito un veicolo commerciale capace di trasportare equipaggi di quattro persone in orbita attorno alla Terra. Da oltre tre anni, gli astronauti della NASA e delle altre agenzie coinvolte nelle operazioni della ISS raggiungono la base orbitante utilizzando proprio il veicolo Crew Dragon.
Oltre a SpaceX, sono all’opera colossi come Boeing e compagnie meno note, come Blue Origin di Jeff Bezos, impegnate nella realizzazione di veicoli spaziali per il trasporto di passeggeri in orbita, magari diretti verso stazioni spaziali commerciali che saranno costruite da aziende emergenti come Axiom Space o più affermate, come Lockheed Martin.
Se l’orbita terrestre sembra essere la meta più immediata, non possiamo trascurare la Luna, che è tornata improvvisamente di moda. Dopo più di 50 anni, il traffico intorno al nostro satellite sta progressivamente aumentando, con numerose missioni robotiche che hanno raggiunto l’orbita lunare, si sono allunate e hanno persino riportato campioni di suolo sulla Terra. Alcune di queste missioni sono state condotte da enti governativi, come l’agenzia spaziale cinese o quella indiana, mentre altre hanno visto protagoniste compagnie private statunitensi, giapponesi ed europee.
Il rinnovato interesse per la Luna è in parte dovuto alla possibilità di ricavare materie prime dal suolo lunare. La risorsa più importante è l’acqua, presente sotto forma di ghiaccio ai poli del nostro satellite. L’acqua sarà essenziale per la vita degli astronauti e per produrre in loco il carburante per i futuri razzi diretti verso Marte. Aziende private, come iSpace e Astrobotic, stanno pianificando missioni automatiche per esplorare il Polo Sud lunare e sviluppare le tecnologie necessarie per estrarre metalli come il neodimio o il lantanio, alcune tra le cosiddette terre rare, fondamentali per i settori hi-tech.
Con i robot arriveranno anche gli astronauti. Il nuovo programma lunare della NASA mira a riportare gli esseri umani sul nostro satellite. Entro la fine del decennio verrà costruita una base attorno alla Luna e saranno effettuate missioni di esplorazione sul suolo lunare. Il programma Artemis prevede la partecipazione di molti Paesi e vedrà una stretta collaborazione tra soggetti istituzionali e compagnie private. Se la Luna è l’obiettivo immediato, Marte sarà la vera destinazione del futuro, almeno secondo i piani della NASA, ma anche di Elon Musk, che sta realizzando la gigantesca Starship per raggiungere il pianeta rosso.
Lo spazio è passato dall’essere un settore riservato alle istituzioni pubbliche a un’attività trasversale, capace di offrire nuove opportunità a imprese, enti e cittadini. Le missioni un tempo accessibili solo a poche potenze mondiali, stanno diventando una realtà anche per molti Paesi emergenti, con benefici in termini di sviluppo economico e innovazione. La ripresa dell’esplorazione spaziale oltre l’orbita terrestre porterà risorse importanti e nuove scoperte, contribuendo anche ad avvicinare i giovani alla scienza e alla tecnologia, come avvenne per la mia generazione, ispirata dalle imprese degli astronauti delle missioni Apollo.
Umberto Guidoni è un astronauta, astrofisico e divulgatore. Selezionato come astronauta dalla NASA, effettua il suo primo volo in orbita nel 1996 a bordo dello Space Shuttle Columbia. Nel 2001, con la navetta Endeavour, diventa il primo europeo a salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. In qualità di esperto di spazio, partecipa a trasmissioni radiofoniche e televisive, pubblica articoli per giornali e riviste ed è autore di saggi e libri per ragazzi. Nominato Commendatore dal Presidente Scalfaro e successivamente Grande Ufficiale dal Presidente Ciampi, ha ricevuto la medaglia di Exceptional Service dalla NASA per le attività svolte durante i suoi voli spaziali.
Immagine: © Moreno Maggi