Gli ingredienti del successo? Ambizione, tecnologia e design thinking
di Gianluca Comin
Siamo abbastanza ambiziosi? Questa la domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi nel corso della propria carriera.
È terminato il tempo in cui era possibile vivere la propria professione alla giornata: oggi un buon lavoro necessita di progettualità, visione ed energia.
Questa progettualità, se accompagnata da una buona dose di ambizione, può certamente apportare benefici alla carriera professionale di ognuno. Ma che cos’è l’ambizione e perché, così spesso, la boicottiamo?
Vittima di un’incomprensione tutta italiana, l’ambizione viene spesso percepita, nel nostro Paese, come un sentimento negativo, connotato da poca eticità e trasparenza. Spesso confusa con l’arrivismo, l’ambizione rappresenta, al contrario, quel mix positivo di determinazione e intraprendenza che rappresenta l’unico modo per garantire un futuro alla propria carriera.
Un buon professionista, per soddisfare la propria ambizione e garantire il proprio successo, deve tenere sempre a mente, non solo gli obiettivi prefissati, ma i mezzi attraverso i quali intende raggiungerli. Avere una visione progettuale propedeutica al raggiungimento dell’obiettivo prefissato è essenziale per portare a casa il risultato e questo, i professionisti di domani, devono tenerlo bene a mente. Questi, infatti, si troveranno a competere in un mondo sempre più internazionale, caratterizzato da profonde perturbazioni tecnologiche.
Per questi motivi, leader, ceo e manager dovrebbero investire, non solo nelle nuove tecnologie, ma nell’utilizzo di processi innovativi, come il design thinking. Molte aziende, guidate da manager molto ambiziosi, ma poco lungimiranti, commettono l’errore di concentrarsi troppo sui soli costi e di ignorare il potenziale delle tecnologie e di metodi innovativi per generare nuovi ricavi. La sfida del mondo lavorativo risiede, dunque, nel soddisfare l’ambizione intrinseca in ogni professionista, sfruttando al meglio le nuove tecnologie e metodi di gestione aziendale innovativi e dinamici che contrappongano alla visione aziendale standard, la propria incentrata sulle persone.
LA RIVOLUZIONE DEL DESIGN THINKING
Come dimostrato fino a ora, nel mondo del lavoro odierno, i dipendenti non solo devono essere “skillati”, determinati e ambiziosi, ma devono essere i protagonisti dei processi aziendali. Con l’avvento del digitale, il dipendente assume un ruolo sempre più rilevante all’interno dell’azienda e, conseguentemente, anche i modelli organizzativi e di gestione del lavoro devono adattarsi a questi cambiamenti. Per questi motivi, un approccio ispirato al design thinking può rappresentare una valida soluzione. Il design thinking è una metodologia manageriale sviluppata a Stanford e poi diffusasi rapidamente in Usa, Canada e in gran parte d’Europa che, attraverso lo sviluppo del pensiero creativo condiviso tra i dipendenti, aiuta le aziende a prendere decisioni spesso difficili, appagando e, soprattutto, indirizzando il sentimento di ambizione.
Le aziende, per adattare i propri obiettivi alla mutevolezza del contesto in cui viviamo, dovrebbero infatti acquisire una profonda comprensione del contesto in cui ogni dipendente svolge il proprio lavoro. Per fare questo, è necessario rivoluzionare il modo di concepire l’attività dei dipendenti, rendendoli partecipi, come suggerito dai metodi di design thinking, della riprogettazione dei loro ruoli, attraverso un approccio coordinato e collaborativo. Il processo di design thinking si sviluppa, infatti, in cinque fasi, due delle quali caratterizzate dal “pensiero creativo” che permette loro di disegnare i futuri scenari dell’azienda in maniera innovativa e pragmatica. Proprio questo pensiero creativo, quando supportato da un desiderio intrinseco di successo, può apportare notevoli vantaggi e successi aziendali. Lasciare che creatività e ambizione guidino i propri processi aziendali rappresenta una strada innovativa da cui si possono derivare successi inaspettati.
LA CHIAVE È LA DIMESTICHEZZA CON LE TECNOLOGIE
L’ambizione e la creatività devono, però essere accompagnati da una elevata dimestichezza delle nuove tecnologie che permetta alle aziende di essere sempre competitive sul mercato e che permetta di incrementare le skill dei propri dipendenti. A livello manageriale, i processi creativi di design thinking possono servire ad aggiornare le proprie competenze, aprendo nuovi scenari e orizzonti. Le ricerche pubblicate dal Mckinsey Quarterly di questo mese rivelano la portata dell’impatto delle nuove tecnologie sui lavoratori. Le statistiche mostrano infatti che, entro il 2030, fino al 30-40% di tutti i lavoratori dei Paesi sviluppati potrebbe avere bisogno di cambiare lavoro o almeno di migliorare significativamente le proprie competenze. Le ricerche suggeriscono, inoltre, che i lavoratori qualificati diventeranno ancora più rari.
Per questi motivi, intraprendere nuove strade che permettano non solo di tenere i professionisti al passo con i tempi ma di incrementare creatività e ambizione, è necessario per garantire la sopravvivenza dell’azienda stessa. Essere ambiziosi significa essere curiosi, attenti, stare al passo con i tempi e lasciarsi contaminare dall’ambiente esterno. Per questi motivi, i professionisti più ambiziosi non hanno problemi a incrementare e aggiornare le proprie competenze. Non è un caso che grandi aziende lungimiranti si siano già mobilitate su questo tema. Ad esempio, Amazon, il colosso statunitense di vendita online, ha recentemente promesso 700 milioni di dollari per la riqualificazione di 100 mila dipendenti per lavori più specializzati nel campo della tecnologia.
LA RICETTA PER IL SUCCESSO
In conclusione, è necessario ripensare il concetto di ambizione come fulcro dell’attività professionale di ognuno di noi. Dal manager al dipendente, tutti devono essere in grado di approcciare in maniera creativa, determinata e intraprendente il proprio lavoro e alle difficoltà che questo pone. Se l’ambizione è accompagnata da metodi di gestione aziendale innovativi e dall’uso efficace delle nuove tecnologie, il raggiungimento degli obiettivi aziendali è pressoché assicurato.