Dal sindacato a Netflix, fine dei corpi intermedi
Cerasa, sulle pagine de Il Foglio, l’ha chiamata «Generazione del You&Me» per evocare il concetto di disintermediazione dei corpi intermedi a tutti i livelli, partendo dalle categorie professionali, passando per i prodotti e servizi di mercato, fino ad arrivare ai partiti politici e al concetto stesso di rappresentanza.
La generazione peer to peer appunto, che punta a scavalcare ogni forma di intermediazione, perché la velocità di scambio dei prodotti e dei messaggi, la rapidità di contrattazione tra le parti o semplicemente il modo in cui vengono prese le scelte è ormai doppia rispetto a quella che i corpi intermedi possono sopportare e sostenere.
INIZIÒ COI DOWNLOAD PIRATA. Iniziò tutto con il download di contenuti musicali, rivoluzione da cui le grandi major sono riuscite a riprendersi solo grazie all’intervento di Steve Jobs, e la sua idea di rendere ancora più semplice e diretto il consumo musicale rispetto ai programmi pirata, con Itunes e un’invenzione epocale come l’Ipod.
Ma gli esempi di come il mercato, libero e concorrenziale, punti sempre di più a disintermediare i rapporti mediati da soggetti “istituzionali” sono infiniti.
Basta pensare a Netflix, che grazie allo streaming e a un concetto innovativo di consumo (quello del bingwatching) è oggi in grado di competere con broadcaster del calibro di Hbo, Fox e Cnn.
WHATSAPP E LE TLC IN CRISI. O ancora a WhatsApp, applicazione di messaggistica che tutti ormai abbiamo sui nostri smartphone, e che ha messo in crisi le grandi compagnie di Tlc e prepensionato il servizio degli sms irrimediabilmente.
Di esempi come questi ce ne sono tanti, partendo dal car sharing, fino ad arrivare al turismo 2.0, ma il ragionamento che sta alla base di questo intervento è che il processo, tanto evidente nel mercato, si ripercuote con forza sulla sfera politica, perché lo stesso bisogno di rapidità nelle risposte e nell’implementazione delle azioni vale anche e soprattutto per l’individuo in quanto cittadino.
RENZI HA FATTO DEI CORPI INTERMEDI IL NEMICO PRINCIPE. Il governo Renzi, e il renzismo, hanno fatto dello scontro con i corpi intermedi una bandiera da issare come il nemico principe della dialettica quotidiana.
Si tratta sicuramente di un’evoluzione moderna del divide et impera, locuzione latina attribuita a Filippo il Macedone e tornata oggi in uso, secondo cui il migliore espediente di una tirannide o di un’autorità qualsiasi per controllare e governare un popolo è dividerlo, provocando rivalità e fomentando discordie.
GRUPPI SENZA INFLUENZA. Il governo in carica ha dimostrato di poter fare quello che vuole non solo senza ascoltare le richieste delle rappresentanze sociali, ma contando altresì sul fatto che gli stessi gruppi di potere, oltre ad avere perso influenza sulle politiche pubbliche, sono di fatto incapaci di protestare.
Gli esempi sono eloquenti: dagli 80 euro in busta paga, pari a quasi due rinnovi contrattuali, non richiesti dal sindacato ma tacciati anche di elemosina elettorale, fino ai 36 mesi per i contratti a termine senza causale, che gli imprenditori mai si sarebbero sognati di chiedere, per arrivare al dimezzamento del contributo camerale, non richiesto ma che stravolge l’intero sistema a oggi gestito dalle associazioni imprenditoriali, senza un cenno di protesta.
UNA FORMA DI INCLUSIONE. Ma qui non si tratta semplicemente di dividere, bensì di intraprendere una tipologia di relazione che va al di là della mediazione, per arrivare a una forma di inclusione, che molto spesso risulta ancora più distante della mediazione stessa.
Infatti queste forme di disintermediazione rischiano di tradursi semplicemente in nuove forme di mediazione, evolute e spesso sostenute dall’avvento del digitale, ma che ricomprendono in se stesse le vecchie forme tradizionali.
Scavalcare i vecchi corpi intermedi infatti, non significa, in assoluto, eliminarne il corpo stesso.
Per fare un esempio, non è assolutamente vero che oggi i politici arrivano alle persone solo ed esclusivamente attraverso Twitter, perché il consumatore-cittadino legge il tweet sul giornale online, o lo vede citato in televisione dai telegiornali.
MASS MEDIA ANCORA IMPORTANTI. L’uso dei social media è quindi un nuovo modo di intermediare la comunicazione che non elimina il ruolo dei mass media tradizionale, che operano comunque un’azione di selezione e amplificazione del messaggio.
Si è semplicemente passati da un modello B2C ad un modello C2B2C, nella comunicazione così come sul mercato.
Applicazioni come Uber, Netflix, Whatsapp, Eni Enjoy, e molte altre seguono anch’esse questa logica: rendono il rapporto tra il prodotto/servizio e il consumatore più diretto, ma pur sempre sotto una forma di mediazione e di controllo.