skip to Main Content
Che Boom Telegram: Sbarca Pure Il Mef

Che boom Telegram: sbarca pure il Mef

Il recente scontro tra Fbi e Apple per ottenere l’accesso al cellulare dell’attentatore di San Bernardino ha riacceso i riflettori su una questione che si preannuncia fondamentale per il rapporto fra tutela della privacy e nuove tecnologie: fino a che punto sono ammissibili violazioni dei nostri device al fine di tutelare la sicurezza della collettività e sventare eventuali minacce?
Non è un caso che l’applicazione di messaggistica istantanea del momento sia famosa perché garantisce l’assoluta riservatezza delle conversazioni. Sto parlando ovviamente di Telegram.

telegram

Ritmi impressionanti. L’inserto Nóva de Il Sole 24 Ore lo ha descritto recentemente come uno strumento che permette l’espressione e la soddisfazione di “bisogni criptati”.
La storia di Telegram è affascinante: il servizio di messaggistica (il cui simbolo è un aeroplanino di carta) cresce da inizio 2016 a ritmi impressionanti. Dopo appena due anni e mezzo di attività, l’applicazione lanciata dal russo Pavel Durov ha raggiunto infatti i 100 milioni di utenti.

Un’aura di segretezza. E il boom è appena cominciato: al ritmo di 350 mila nuove registrazioni al giorno, Telegram si preannuncia come il rivale più accreditato di servizi consolidati quali Messenger e WhatsApp.
Certo, WhatsApp ha superato il miliardo di utenti, ma Telegram attira sempre più utilizzatori proprio per la sua aura di segretezza: non è un caso che l’applicazione sia stata utilizzata dagli attentatori di Parigi e che la stessa Telegram abbia riconosciuto con imbarazzo che molti canali (poi chiusi) venivano utilizzati dal sedicente Stato islamico.

Aperto un canale speciale: quello del ministero dell’Economia

Telegramx3xMa per noi che ci occupiamo di comunicazione e delle relazioni tra aziende/organizzazioni e i consumatori/stakeholder la caratteristica più interessante dell’applicazione è la possibilità di iscriversi a dei “canali”. I messaggi recapitati sul proprio account diventano una sorta di newsletter a puntate, intervallata da link ed emoticon.
Una modalità che si preannuncia come l’ennesimo elemento di rottura in un panorama editoriale sconvolto da trasformazione continue, inimmaginabili fino a qualche mese prima.
Pochi giorni fa è stato aperto su Telegram un canale molto speciale: quello del ministero dell’Economia e delle Finanze.

Padoan sperimenta. Siamo già abituati alla dirompente voglia di sperimentare delle strutture di comunicazione del dicastero guidato da Pier Carlo Padoan, già presente su Twitter, YouTube e Instagram.
Il canale del Mef è stato inaugurato in un momento molto particolare, per il governo e per il Paese: la presentazione del “Def”, il documento di Economia e Finanza. Il Def deve essere diffuso entro il 10 aprile di ogni anno e racchiude la strategia economica e di finanza pubblica scelta dall’esecutivo per il medio periodo.

Il Def è cruciale. Un documento delicatissimo che, oltre a essere brandito dalle opposizioni per attaccare le scelte di Palazzo Chigi, è un segnale di importanza cruciale per le istituzioni europee. Il Def, però, va anche spiegato ai cittadini e all’opinione pubblica, cercando di uscire dai tecnicismi e senza scadere nella banalizzazione.

Link a Twitter, hashtag, infografiche: una comunicazione che funziona

Diamo un’occhiata ai messaggi trasmessi dal Mef tramite Telegram.
In primo luogo, il legittimo orgoglio per il proprio ruolo di apripista: «Il Mef è il primo ministero della Repubblica italiana a debuttare sull’app di messaggistica con un canale pubblico», segno della volontà di accettare la sfida dell’innovazione digitale.
Poi l’argomento principe, il Def: link all’account Twitter, lancio di hashtag sulla situazione economica (#chisalechiscende), precisazioni, infografiche e foto di facile diffusione, e infine il link per scaricare il pdf del documento stesso con un breve video del ministro Padoan.

Tempestività quotidiana. La tempestività continua anche nella dialettica quotidiana, sempre con l’obiettivo di spiegare e chiarire.
Con riferimento a un articolo d’inchiesta de la Repubblica sugli sprechi nelle forniture pubbliche, il Mef ha risposto inquadrando i risultati raccolti dal giornalista nel contesto generale, proponendo un proprio documento di approfondimento e utili rilevazioni statistiche.

Come Eni con Report. La stessa modalità sperimentata qualche mese fa dall’Eni nell’interazione con Report: l’azienda rispose colpo su colpo e in diretta (via Twitter) alle osservazioni mosse durante la puntata.
Non è dunque un caso che anche il Cane a sei zampe, sempre pronto a sperimentare nuove tecniche comunicative, abbia annunciato lo sbarco su Telegram. È stato lo stesso Roberto Ferrari, capo della comunicazione digitale dell’azienda petrolifera, a dirlo al magazine Wired.
Istituzioni e aziende, d’altronde, condividono la stessa ineludibile esigenza: in un momento in cui l’informazione è cacofonica, ogni nuovo canale è uno strumento in più per raccontarsi e far sentire la propria voce.

Twitter @gcomin

Back To Top