Anche Mattarella diventa sempre più social
Il sorriso sottile che lo contraddistingue, mentre stringe la mano a Barack Obama, Angela Merkel o altri leader stranieri.
Il profilo severo mentre assiste a una commemorazione o ascolta l’inno nazionale. Ma anche la consegna di una coppa, il saluto alla folla, un attimo di riflessione durante un viaggio in treno.
Sono i momenti della vita pubblica del nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che da qualche giorno vengono diffusi tramite l’account ufficiale del Quirinale su Instagram.
Il social media delle immagini si arricchisce di un nome illustre.
L’incontro con Kevin York Systrom. Mattarella, per ragioni anagrafiche poco avvezzo all’utilizzo dei social media, ha ricevuto la settimana scorsa il fondatore e amministratore delegato di Instagram, Kevin York Systrom.
Non solo una visita di piacere, visto che il Quirinale intende usare la piattaforma creata da Systrom (400 milioni di utenti nel mondo, 80 milioni di foto e video condivisi quotidianamente, 9 milioni di utenti attivi in Italia) in vista del settantesimo anniversario della Repubblica Italiana.
Alla creazione dell’account ufficiale (@Quirinale) seguirà un’iniziativa dedicata a tutti gli Instragrammers, con l’hashtag #emptyquirinale. In occasione della festa del 2 giugno verranno chiamati a diffondere sul web tramite i propri scatti le bellezze artistiche e le attività istituzionali del Quirinale.
Le ultime mosse di comunicazione digitale della presidenza Mattarella, guidate dal bravo portavoce Giovanni Grasso, non dovrebbero essere interpretate come semplici azioni di reazione ai cambiamenti in corso o, banalmente, come un tentativo più o meno goffo, di “stare sulla cresta dell’onda”.
Nonostante Sergio Mattarella sia indubbiamente una figura istituzionale rappresentativa di tutti gli italiani è comunque un politico a tutto tondo, con una biografia articolata e una visibilità pubblica da curare in modo efficace. Inserirsi nel flusso incontrollato dei social media può costituire un punto di forza e di debolezza.
Stare sui social, rischi e vantaggi per il colle. Da un lato, potenzia ulteriormente la forza comunicativa di una figura amata e con un profilo sobrio, raramente associabile all’arroganza o all’enfasi retorica che allontana i cittadini dalla politica. Non essendo un animale da talk show a caccia di voti, Mattarella non ha bisogno di diventare trending topic o di ingaggiare potenziali elettori. Dall’altro lato, l’inserimento nelle complesse dinamiche dei social rischia di mettere in pericolo il suo profilo, bersagliato da commenti offensivi o confuso nello scorrere incessante di conversazioni e notizie. Vediamo perché.
Tutti i sondaggi concordano nel riconoscere a Mattarella il più alto indice di gradimento tra le figure politiche nostrane. A gennaio 2016, quasi un anno dal suo insediamento al Colle, l’ex giudice costituzionale raccoglieva il favore di oltre il 60% degli italiani. E pensare che la scelta del suo nome, cardine di un vero e proprio capolavoro politico di Matteo Renzi, aveva sconcertato molti commentatori. Un personaggio di altissima caratura, ma troppo distante dalle attuali dinamiche politiche. Poco pop, insomma. Tali critiche, oltre a essere ingenerose, sono anche piuttosto stereotipate.
Non si può pretendere che un ottantenne, con la sua storia politica e familiare, posti selfie in modo compulsivo o twitti a piè sospinto. Il giovanilismo estremo, anziché suscitare entusiasmo, rischia perlopiù di sfociare nel ridicolo. Il messaggio comunicativo, inoltre, deve necessariamente essere diverso da quello di un rampante politico in carriera: meno aggressivo, più inclusivo, più proiettato sul lungo periodo. La sfida di una posizione terza è anche questa: stimolare al dibattito non contingente, tenendo la barra di una narrazione meno schiacciata sull’attimo e sulle piccole (spesso effimere) beghe quotidiane.
Instagram, scelta ottima per Mattarella. Optare per Instagram, senza per forza escludere Twitter, è un chiaro segnale in queste direzione.
Qualche esempio? In primis, l’identificazione quasi iconica con il Palazzo, inteso non come bolla che separa la politica dalla vita reale, ma come spazio comune, «casa di tutti gli italiani», come lo ha definito lo stesso Mattarella.
A questo si lega la condivisione di momenti istituzionali altrimenti destinati a un pubblico ristretto: la diffusione di un’immagine particolare consente agli utenti di vivere l’istante, di sentirsi direttamente presenti. È una forma di condivisione certo più elementare di quella derivante dalla lettura di un articolo di giornale, ma per i nativi digitali è totalmente equiparabile a esso. Presidiare gli spazi online ha anche un altissimo valore difensivo.
«Le nuove tecnologie aumentano le libertà e le opportunità, ma non credo che in futuro esisteranno solo immagini, espressioni in 100 caratteri o frasi incompiute», ha dichiarato qualche tempo fa Mattarella parlando agli studenti coinvolti in un progetto di lettura dei quotidiani cartacei.
Riconoscere il valore del social media non significa dunque mettere in secondo piano forme più elaborate di informazione e conoscenza, ma imparare a padroneggiarne le logiche per mantenere intatto il filo della comunicazione.
Twitter: @gcomin