Scenario Italia: governare la ripartenza, tra decisione e attuazione
A pochi giorni dalla Fase 3, la questione più spinosa per le istituzioni è quella di “portare a terra” le misure prese per affrontare la ripartenza economica e sociale del Paese. Il 3 giugno, intanto, riaprono i confini delle Regioni.
Ancor più che negli ultimi anni, cittadini e imprese guardano a politica e istituzioni per avere risposte certe, rapide e concrete. L’emergenza sanitaria, e in modo ancora più importante la crisi economica, sono state infatti affrontate con misure repentine, ma alcune di queste – soprattutto quelle economiche – necessitano di diversi passaggi burocratici per essere “messe a terra” e produrre i loro effetti sulla realtà degli italiani.
Gli 11 decreti-legge emanati dal Governo tra Fase 1 e Fase 2 avranno effetto solo quando saranno emanati i quasi 160 decreti attuativi ad essi collegati. Abbiamo analizzato quali sono i soggetti istituzionali su cui ricade la responsabilità di questo processo di attuazione, quanto tempo ci vorrà, e quali possono essere gli effetti di una mancata loro implementazione da parte delle amministrazioni competenti.
Sarà dalla capacità di realizzare quanto comunicato e deciso che dipenderà anche l’equilibrio dell’attuale sistema politico. Intanto, la discussione sulla mobilità tra Regioni a partire dal 3 giugno è ancora aperta, e la decisione finale dipenderà dagli ultimi dati del contagio. La possibilità che i territori più colpiti rimangano chiusi per più tempo rispetto alle altre sembra intanto essere stata smentita: si riaprirà tutti nello stesso giorno.