Scenario Italia, Boris Johnson si dimette: “Sono triste, ma nessuno è indispensabile”
Il Premier britannico annuncia l’addio davanti alla porta numero 10 di Downing Street dopo le dimissioni di quasi 60 tra ministri e membri del governo. I Tory cercano ora una nuova guida.
“Ho detto a tutti che sarebbe stato eccentrico cambiare guida al governo, ma non mi hanno ascoltato”. È un Boris Johnson rassegnato quello che questa mattina ha annunciato le proprie dimissioni dovute alla crisi interna ai Conservatori e alla maggioranza di governo. Si apre ora la ricerca di un nuovo leader per i Tory. Tra i più accreditati la ministra degli Esteri Liz Truss, che lanciando un appello “alla calma e all’unità” ha già fatto presagire la possibile candidatura, il Cancelliere dello Scacchiere e già Ministro per le vaccinazioni Nadhim Zahawi e il Procuratore generale di sua Maestà, Suella Braverman.
Draghi incontra Erdogan per costruire “insieme una pace stabile e duratura”. Dimenticati i dissapori dello scorso aprile, quando Draghi aveva definito Erdogan un “dittatore con cui bisogna essere franchi ma pronti a cooperare”, i leader di Italia e Turchia si sono seduti allo stesso tavolo per dialogare dei dossier più importanti. In primis, l’accordo sull’apertura di un corridoio nel Mar Nero per consentire l’export di cereali ucraini. In secondo luogo il tema energetico e il processo di indipendenza italiana dalla Russia. Infine, la questione del flusso di migranti e il coordinamento per la stabilizzazione della Libia.
Ucciso l’ex premier del Giappone Shinzo Abe, colpito da alcuni proiettili durante un evento elettorale a Nara. Abe è deceduto poco dopo l’attentato nonostante i tentativi di rianimazione da parte di un’équipe di oltre venti medici. Immediate le reazioni dei leader di tutto il mondo, che hanno manifestato la propria vicinanza al popolo giapponese. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso profondo cordoglio per l’accaduto, ricordando Abe per il suo spirito innovatore e riformatore. Tra i temi più discussi in Rete nell’ultima settimana, le dimissioni di Boris Johnson e gli sviluppi del conflitto in Ucraina.