Due sindaci, un obiettivo: ripartire dalle radici
Intervista doppia a Gaetano Manfredi (Napoli), e Pierluigi Biondi (L’Aquila)
- In che modo cultura e storia della sua città influenzano le politiche di sviluppo comune e l’identità dei suoi abitanti?
Gaetano Manfredi. Il fervore culturale e la vivacità di Napoli rappresentano l’essenza di una città che conserva le tracce del suo passato, che non perde la consapevolezza delle proprie radici e delle tradizioni ma che guarda al futuro con lo slancio e la voglia di riprendersi il ruolo che le compete nello scenario internazionale. Assistiamo alla ripresa dei fenomeni turistici che riscoprono una Napoli meta di grandi flussi di persone che affollano le vie centrali della città. Tuttavia, il tema turismo porta con sé valutazioni politiche che devono essere fatte per scongiurare gli effetti negativi di questo fenomeno. In questa ottica va letto il provvedimento adottato dalla mia Amministrazione per regolamentare l’apertura di attività commerciali nel Centro Storico di Napoli, area Unesco, per i prossimi tre anni, con un’attenzione particolare alla rinomata via di San Gregorio Armeno.
Pierluigi Biondi. La storia, la cultura e gli Aquilani vivono in simbiosi dalla fondazione, quasi 770 anni fa. Basti pensare che il Papa Santo Celestino V emanò dalla nostra Basilica di Collemaggio il primo Giubileo della storia, nel 1294. Ecco perché, dopo la prima esperienza di circa tre anni fa, abbiamo presentato la candidatura a Capitale italiana della Cultura per il 2026. Disponiamo di un patrimonio storico-culturale tra i più consistenti in Italia, sia per monumenti, sia per istituzioni musicali, cinematografiche e artistiche realtà che hanno un riconoscimento nazionale dal Ministero della Cultura. L’Aquila, quest’anno è stata scelta come sede del Premio nazionale intitolato a Paolo Borsellino e da anni è il centro di una delle più importanti rassegne Jazz. Cito questi due eventi per testimoniare come il valore “cultura” venga arricchito da altri fattori: la cultura della legalità, e la cultura come fonte di ricostruzione.
- Come promuove la partecipazione dei cittadini nella pianificazione urbana e nelle decisioni rilevanti per la comunità?
Gaetano Manfredi. Non si può immaginare una città senza la voce dei suoi abitanti. Napoli ha voglia di ritornare a splendere, di riconquistare il peso culturale e politico che le appartiene. Occorre tuttavia, per realizzare un effettivo processo innovativo, risolvere storiche zavorre che non hanno permesso alla città di decollare fino ad oggi. In questo ambito si inserisce il progetto “Restart Scampia”, in uno dei quartieri più delicati di Napoli. L’intervento è partito dall’assunto di dover affrancare i suoi abitanti ed il territorio stesso dallo stigma di periferia degradata e marginale. Grazie alla spinta propulsiva dei comitati di quartiere (Comitato di Lotta Vele di Scampia fra tutti), si è potuto dare concretezza a progetti – finanziati in buona parte dai fondi del PNRR – di rigenerazione urbana, abbattendo alcune di quelle che erano diventate emblema del disagio e della povertà culturale, le vele di Scampia, e progettando una riconversione delle strutture non oggetto di demolizione. Sulla stessa scia si inserisce il progetto di affidamento del Cimitero delle Fontanelle ad una cooperativa di quartiere. In questo caso è stata scelta la strada del partenariato pubblico-privato per la gestione di un luogo di culto e di devozione, simbolo non solo del rione in cui è situato, la Sanità, ma dell’intera città. Esiste anche un’altra formula che ho voluto sperimentare per stimolare il coinvolgimento popolare nella vita politica e amministrativa: la scorsa estate abbiamo lanciato una campagna d’ascolto, molto partecipata, per invitare la cittadinanza ad inviare proposte, idee e progetti sulla destinazione d’uso del Molo San Vincenzo.
Pierluigi Biondi. Abbiamo la massima apertura verso i suggerimenti che provengono dai portatori di interesse e dalla cittadinanza intera, cercando la condivisione con tutte le organizzazioni che rappresentano i vari settori della società. E, in linea con questo indirizzo, promuoviamo la partecipazione diretta in iniziative per lo più di carattere educativo. Le cito un esempio sull’importanza di una corretta gestione dei rifiuti e sulla valorizzazione di questo modo di agire virtuoso, che originano utilità e opportunità grazie alla cosiddetta economia circolare. Ebbene, sono stati coinvolti direttamente bambine e bambini delle scuole elementari in una campagna di educazione ambientale che ha avuto grande successo. Allargando l’orizzonte, anche due strumenti programmatori come il Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), piuttosto che il Peba (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche) sono frutto di processi condivisi. Inoltre, siamo alle prese con la revisione e l’adeguamento dei principali strumenti politici e amministrativi dell’Ente. Lo Statuto comunale, ad esempio, sta per essere ridefinito a 360 gradi e, una volta completato l’iter, sarà messo a disposizione di stakeholder e cittadinanza per le loro proposte integrative.
- Come affronta la sfida dell’inclusione sociale, garantendo che tutti i cittadini abbiano accesso a servizi e opportunità?
Gaetano Manfredi. Non lasciare indietro le persone che sono in difficoltà e garantire l’equo accesso ai servizi per tutti i cittadini è uno dei nostri obiettivi principali. In questa fase economica e sociale, con la crescita dell’inflazione e l’abolizione di misure di sostegno al reddito per molte famiglie, è doveroso porre l’accento sulla necessità di azioni che mirino alla tutela delle fasce più deboli della società. Abbiamo dato grande importanza alle tematiche del welfare, dell’inclusione, delle pari opportunità, strutturando misure specifiche a sostegno dei cittadini più fragili. Tra i tanti interventi in questo ambito, – grazie al lavoro congiunto dell’Assessorato alle Politiche Sociali e di quello alle Infrastrutture, Mobilità e Protezione Civile – l’allestimento di pedane sulle spiagge pubbliche per agevolare l’accesso al mare alle persone con disabilità o ridotta capacità motoria. Nel settore educativo molto lavoro è stato fatto, e sta tuttora continuando, con le associazioni e fondazioni di quartiere, insieme alle quali stiamo portando avanti modelli di inclusione scolastica. I comuni, come enti più prossimi ai cittadini, non possono essere lasciati soli nell’affrontare le politiche sociali, le politiche dell’inclusione e delle pari opportunità. Occorre una pianificazione a livello nazionale, che garantisca le giuste risorse per superare i divari esistenti non solo tra Nord e Sud ma, soprattutto, quelli tra centro e periferie. È una sfida che deve coinvolgere tutto il nostro Paese.
Pierluigi Biondi. Una società che non demolisca le barriere della discriminazione o della semplice diversità sociale non è sana. Sulla stampa nazionale si parla spesso degli asili nido, sottolineando la forte criticità del rapporto tra domande e posti disponibili. Gli obiettivi europei prevedono che i servizi degli asili nido debbano essere offerti almeno al 45% dei bambini tra 0 e 3 anni. La media italiana, dato del 2020 (peraltro in crescita), è del 27,2%. A L’Aquila il rapporto di copertura tra domanda e offerta è del 60% così che ogni bambino, la cui famiglia ha fatto domanda per un posto negli asili comunali o convenzionato con il Comune, ha avuto soddisfazione. Non vanno trascurate altre azioni in questa direzione: contrasto alla povertà educativa, la casa educativa (un luogo per il supporto allo studio), la casa della genitorialità, il progetto Durante e Dopo di noi. La chiave della riuscita di queste iniziative sta nel proficuo rapporto con le associazioni del terzo settore, che gestiscono la gran parte di tali servizi. Altri due programmi che stiamo portando avanti riguardano l’Orchestra che vorrei, ossia la costituzione di un gruppo musicale di giovani, e la sicurezza. Rientra in questo discorso anche la capacità di accoglienza che la città ha dimostrato. Gli alloggi costruiti dallo Stato per dare un tetto ai terremotati del 2009, in gran parte ora liberi per il rientro nelle abitazioni ricostruite, sono stati utilizzati per ospitare i profughi afgani e ucraini, nonché le famiglie in difficoltà per la diversa abilità dei figli, provenienti da altre realtà della nostra regione, ma anche a quelle in cui i neonati devono essere assistiti nel nostro ospedale.
- Quali sono le principali iniziative per promuovere l’innovazione e la creazione di opportunità?
Gaetano Manfredi. La leva principale sono i giovani. Il domani è dei giovani e ogni iniziativa che li supporti, li affianchi nelle loro sfide, nei loro progetti, li aiuti a superare le crisi che li riguardano è una iniziativa per il domani. Ecco quindi che le politiche per il lavoro, per la formazione, per le giovani donne, per mitigare le crisi sociali nelle tante periferie della città non risolvono soltanto problemi contingenti ma aiutano a costruire il futuro.
Pierluigi Biondi. L’Aquila è sede di due atenei, l’Università statale e il Gran Sasso Science Institute (Gssi), e del famosissimo Laboratorio del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. Siamo un crocevia di saperi, di alta formazione specialistica, di ricerca e di applicazione di questi elementi all’economia. La nostra è una delle cinque città selezionate dal Mise quale sede della Casa delle tecnologie emergenti, un centro per supportare progetti di ricerca e il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese su questioni di alta innovazione, tra cui l’intelligenza artificiale.
- Quale ruolo hanno le nuove tecnologie nel dinamismo prospettico del tessuto urbano e sociale?
Gaetano Manfredi. I sistemi urbani hanno sempre rappresentato il luogo delle innovazioni tecnologiche a servizio della società. Gli stress sociali infatti, indotti dall’alta densità abitativa e domanda di servizi, hanno sempre attratto innovazione nei sistemi tecnologici urbani e questa dinamica agisce ancora oggi inalterata. Ecco quindi che l’innovazione tecnologica legata alla transizione ecologica e digitale impatterà sempre più sul tessuto sociale delle nostre città nel prossimo futuro, dalla mobilità, alla gestione energetica, alla logistica, alle relazioni sociali. Comprendere e governare queste trasformazioni è fondamentale per orientare lo sviluppo delle nostre città nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale.
Pierluigi Biondi. Il punto di raccordo tra i temi evidenziati dalla domanda ha un’espressione ben definita: transizione ecologica. Nessun contesto urbano può dirsi tale e nessuna società evolve se non ripone un’importanza primaria al rispetto dell’ambiente. Ecco perché, da sei anni a questa parte, abbiamo investito nella mobilità sostenibile e stanziato fondi per concedere contributi a chi acquista mezzi elettrici, cosa impensabile fino a qualche anno fa, tenuto conto dello sconfinato territorio comunale montano e con temperature rigide in inverno. Del nostro sforzo si è accorta anche la Commissione Ue, che ha selezionato L’Aquila tra i 40 centri che parteciperanno a un progetto di contrasto ai cambiamenti climatici per rendere più di 100 città climaticamente neutre entro il 2030.
- Qual è la sua visione di città ideale?
Gaetano Manfredi. Da professore di ingegneria, le leggi della fisica, il calcolo matematico e la precisione millimetrica hanno da sempre scandito la mia vita professionale. La gestione politica presume invece una dialettica diversa, che parta comunque da dati certi e chiari, ma che fluisca poi nella comprensione più profonda delle dinamiche sociali. La città ideale non si rispecchia nel paradigma della perfezione. Anzi, ritengo che proprio nella diversità, nella eterogeneità e nelle criticità da affrontare risieda la vera anima di una città. E il dialogo e la partecipazione civica costituiscono quell’humus prezioso ed imprescindibile da cui far germogliare ogni iniziativa politica.
Pierluigi Biondi. La città dell’accoglienza, per chi ha bisogno, per tanti giovani che qui vogliono avere delle opportunità per formarsi, e anche per i visitatori. Grazie ad un’accurata opera di promozione, il nostro territorio ha registrato un aumento esponenziale di turisti. Con le bellezze e le peculiarità che possiamo offrire, e il “Modello L’Aquila” della ricostruzione post-terremoto, stiamo facendo della nostra città una delle più sicure in assoluto. La visione ideale è di una città pienamente sostenibile, dalle alte connotazioni tecnologiche e dall’inclinazione a offrire possibili sviluppi per qualsiasi tipo di attività, in serenità e sicurezza, per poter ammirare il nostro straordinario patrimonio, a tutti i livelli.