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Legge sulle lobby, il tempo è ri-scaduto

A settembre 2014 ho parlato della necessità di mettere mano alla legge sulle lobby, augurandomi che il presidente del Consiglio Matteo Renzi riuscisse a cogliere quell’obiettivo già mancato dai suoi predecessori Romano Prodi, Mario Monti ed Enrico Letta e già raggiunto da molti Paesi nel mondo.

Il tempo era scaduto da un pezzo, ma niente è cambiato da allora. I legittimi portatori di interessi continuano a essere scambiati per faccendieri, opportunisti delle relazioni, professatori del «faccio cose, vedo gente».

LOBBY CON REGOLE PRECISE. La volgata del «Ah Fra’, che te serve?» rovina la reputazione di una categoria di seri professionisti, che porta avanti un mestiere con regole precise, strumenti leciti e sforzi per raggiungere gli obiettivi dei clienti rappresentati, nel mentre cresce l’attenzione anche di gruppi internazionali e delle importanti firm americane per il mercato della lobby europea e italiana.

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Grandi manovre a K Street: si cambia pelle

La potente Associazione dei lobbisti americani ha cambiato nome e si avvia a una nuova strategia di posizionamento della professione nella società.

L’attività di rebranding potrebbe apparire normale in un processo di evoluzione del marchio, se non fosse che è proprio la parola ‘Lobby’ ad essere sparita dalla definizione dei professionisti di categoria: da American League of Lobbyists si è passati alla più generica Association for Government Relations Professionals (Agrp).

Un cambio non da poco, considerato che parliamo del Paese che per primo ha riconosciuto il valore di questa professione nella dinamica democratica ed è sempre preso a modello per la naturalezza con cui ci si approccia alle attività di lobbying e ai professionisti della categoria.

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AZIONE DI RIPOSIZIONAMENTO. Un cambio che vuol dire, neanche troppo velatamente, riposizionare l’Associazione verso i propri stakeholder di riferimento, ma soprattutto verso il bacino dei potenziali associati.

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K Street, lobbisti corteggiati come star dello sport

C’è un gran movimento in questi mesi a K Street, il cosiddetto centro dell’industria della lobby, dei think thank e dei gruppi di pressione a Washington.

Un rivolgimento degli equilibri che fa parlare gli osservatori di vero e proprio «terremoto nell’industria della lobby».

lobbisti

Ogni giorno ci sono annunci di acquisizioni, fusioni o di professionisti blasonati che passano da questa a quella prestigiosa sigla del firmamento lobbistico e fanno parlare di sé come quando le star del calcio passano da una squadra all’altra. 

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