Findus e Vileda, perché il boicottaggio M5S è immotivato
Boicottare un brand perché è tra gli sponsor di una trasmissione televisiva sgradita?
Sembra un’affermazione esagerata, ma è esattamente quello che sta accadendo in queste ore a Findus e Vileda.
I due marchi sono infatti oggetto di una pesante campagna di denigrazione sul web, per via del loro inserimento negli spazi pubblicitari del talk show mattutino de La7, L’aria che tira.
Merlino nel mirino del M5S. Il programma condotto da Myrta Merlino è finito nell’occhio del ciclone per via della presunta insistenza della giornalista nel denunciare le carenze dell’amministrazione a Cinque stelle di Roma, guidata dalla sindaca Virginia Raggi.
Una tendenza, denunciano i sostenitori del Movimento, che denoterebbe la chiara volontà della Merlino di mettere in difficoltà la sindaca della Capitale, spesso sulle prime pagine dei quotidiani per via del travagliato processo di composizione della Giunta.
Gli sponsor non c’entrano. Queste le accuse, diffuse tramite il passaparola online e una sistematica azione di “copia e incolla” di post sulle pagine Facebook dei marchi incriminati.
Una domanda sorge spontanea: perché rinunciare a un sofficino o a un prodotto per la pulizia nel nome di una presunta “politicizzazione” del contenitore di uno spazio pubblicitario?
Difficile immaginare che le due aziende abbiano scelto volutamente quella fascia oraria per via delle opinioni espresse durante il popolare talk-show.
Il rapporto tra gli sponsor e i loro testimonial è da sempre al centro di discussioni e decisioni dolorose. Il legame di fiducia tra un brand e la persona che viene scelta per rappresentarlo è infatti delicatissimo ed è costantemente a rischio.