Lobbisti per l’alta finanza? Non solo squali
Parlare di lobby e finanza non dovrebbe destare particolare scalpore.
Da sempre infatti, nel senso comune, i grandi attori della finanza mondiale esercitano una pressione indiscussa sui decisori pubblici, contrapponendo alla debolezza di governi dotati di risorse sempre più scarse il loro potere di ricatto: se la tassazione e la normativa non sono di mio gradimento mi sposterò in un contesto nazionale più accogliente.
I soldi, puro potere. I soldi, come si sa, sono una delle forme di potere più pure ed elementari, e non è banale riconoscere che i big del business mondiale possiedono oggettivamente la capacità di intervenire sui processi decisionali.
Ma in che modalità avvengono tali interventi?
Si servono di canali interni o di attori esterni?
Si può parlare di lobbisti della grande finanza?