Mercoledì 14 gennaio 2015, alle ore 14.00 alla Camera dei Deputati, presso la Sala Aldo Moro, Francesco Pira ed Andrea Altinier presenteranno il loro nuovo libro, Comunicazione pubblica e d’impresa, edito da Libreriauniversitaria.it per la collana Economia e management.
L’incontro sarà aperto dal Vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti e vedrà come ralatori la giornalista del Tg1, Emma d’Aquino, il fondatore di Comin&Partners, Gianluca Comin, il direttore di Comunicazione e Servizi al Cittadino Formez PA, Sergio Talamo ed il caporedattore News Mediaset e conduttore Tgcom24, Fabio Tricoli.
Un estratto dell’articolo di Gianluca Comin pubblicato sul numero di Limes del 12 dicembre 2014 “La Russia in guerra”
Non è un luogo comune. Nei negoziati d’affari, anche in quelli più sofisticati ai quali partecipano manager russi che hanno studiato nelle migliori università americane e inglesi, l’interlocutore europeo sente di dover necessariamente rompere un muro di scetticismo per arrivare al desiderato accordo. È come un velo di sospetto, che si traduce in un formalismo capace di demoralizzare l’uomo d’affari che viene dall’Italia.
Occorre seguire un metodo preciso, conoscere a fondo la cultura e le abitudini degli interlocutori e presentarsi al primo incontro con una particolare attenzione al proprio stile, agli abiti e all’immagine in generale. Soprattutto, con puntualità: elemento che per noi italiani è spesso irrilevante, ma che per il russo è un segno di considerazione e di rispetto.
Ricostruire i codici di comunicazione tra un occidentale, o meglio un italiano, e un russo è tutt’altro che semplice in un paese di grandi contraddizioni diviso fra tradizione e innovazione, tra una comunicazione formale e burocratica e il prepotente avvento dei social network, che in Russia hanno una penetrazione fortissima. A complicare le relazioni vi è poi l’attuale momento di tensione, che rende più forti le differenze e le diffidenze reciproche.
Il rapporto TweetPolitics ha catturato l’interesse della comunità online diventando Trending Topic su Twitter nella categoria politica ma ha suscitato anche l’attenzione della stampa che ha dedicato alla ricerca vari articoli sia nell’edizione cartacea sia sui portali online.
TweetPolitics, la ricerca su Twitter e Politica realizzata da Comin&Partners e Eikon Strategic Consulting offre una fotografia della conversazione politica e istituzionale su Twitter.
Le città, come gli uomini, hanno una reputazione, che è cosa ben diversa dalla notorietà. Infatti, se la nuova ondata di malaffare che sta emergendo con le nuove inchieste romane non intacca la conoscenza della Città eterna in giro per il mondo, certamente aggrava il già pesante pregiudizio che turisti, uomini d’affari, studenti e ricercatori hanno verso la Capitale d’Italia.
Roma perde 17 posizioni
Roma è al 23esimo posto nella classifica City RepTrak appena resa nota dall’autorevole Reputation Institute che supporta aziende, persone e governi a monitorare le cause della propria crisi di immagine. Era al sesto posto nel 2011.
Quali sono gli account politici con più follower? Quali quelli che aumentano di più il proprio seguito? E qual è il rapporto tra la presenza in parlamento e il numero di tweet? Queste alcune delle domande a cui risponde la…
Gli amministratori delegati in questione sono Richard Branson (Virgin), Marissa Meyer (Yahoo), Tim Cook (Apple), Bernard Arnault (LMVH), Satya Nadella (Microsoft), Marck Zuckerberg (Facebook), Larry Page, Erich Schmidt e Sergey Brin (Google), Michael O’Leary (Ryanair), Dietrich Mateschitz (Red Bull), Ferdinand Piech (Volskwagen) e Elon Musk (Tesla).
Sono passati quattro anni dalla Primavera araba dei tweet ed ecco che torna la potenza dei social network nell’orientare un voto elettorale. Siamo in Romania, dove a sorpresa, il 16 novembre, il sindaco conservatore di origine tedesca di Sibiu (155 mila abitanti) in Transilvania, Klaus Iohannis, ha
Quali sono le percezioni degli americani sulle attività delle grandi imprese? Driver di ricchezza, innovazione e posti di lavoro? O un motore di profitto e sfruttamento? La risposta è duplice e dipende da che punto si guarda il risultato. Abbiamo sempre creduto che il Paese che ha fatto del sogno americano la propria bandiera, un Paese iper liberista e votato alla competitività sfrenata, guardasse con ammirazione e speranza alle attività delle aziende di casa propria.
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