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Basta polemiche, il logo Rome & You è bello e utile

di Gianluca Comin per Lettera 43

Sta facendo discutere, sulla stampa on e off line, il nuovo marchio del Comune di Roma.Un dibattito verace, anche se per molti aspetti un po’ da tifosi da stadio. D’altra parte non c’è professione come quella del comunicatore nella quale ognuno si senta il miglior allenatore d’Italia, colui che può formare la squadra migliore e decidere il più efficace gioco in campo.

Purtroppo le semplificazioni finiscono per svilire e relegare i professionisti a un ruolo da comprimari.

Ecco nuovi loghi di Roma, "Spqr" e "Rome & You"

Tante polemiche sul cambio. È accaduto così anche per il restyling (notare l’inglese!) del brand “Roma”, un lavoro  – e lo dichiaro subito – che mi è piaciuto per l’approccio strategico e per la soluzione tecnica.

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Il linguaggio del presidente Mattarella: un’analisi del discorso

di Gianluca Giansante per Il Sole 24Ore

L’analisi del discorso pronunciato ieri in Parlamento dal presidente Mattarella rivela come l’intera costruzione linguistica ruoti intorno a due concetti fondamentali, sottolineati dall’utilizzo dell’anafora, una figura retorica che consiste nel riprendere, ripetendola, una parola o un’espressione all’inizio della frase.

LAURA BOLDRINI SERGIO MATTARELLA VALERIA FEDELI

Si tratta di una figura retorica che produce due effetti. Innanzitutto quello di conferire gravità al discorso: già i retori antichi lo consideravano uno strumento che produce venustas, gravitasacrimonia, ovvero bellezza estetica ma anche serietà e forza. Mattarella pronuncia dunque un discorso che è in linea con il momento difficile che attraversa il Paese. Ma l’anafora ha anche un altro effetto, è una figura della presenza, che serve a rendere presente l’oggetto di discussione nella coscienza dei partecipanti. In altre parole ne rafforza la rilevanza.

Quali sono, dunque, i concetti che il Presidente Mattarella intende sottolineare? Il primo è il significato della Costituzione. Non a caso la parola più ripetuta è “significa” (16 volte) e la seconda è Costituzione (9), che vengono usate insieme in una ripetizione anaforica:

«Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio/ riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro/ garantire i diritti dei malati».

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Mobile-first, il futuro della pubblicità passa dagli smartphone

Di Gianluca Comin, pubblicato su Lettera 43

mobile -firstAssieme a Content Marketing non credo che ci sia una frase più onnipresente in questo momento nel mondo della pubblicità di qualsiasi cosa che inizi con la parola «Mobile».

Al di là delle opinioni che si possono esprimere sull’argomento, le idee o i dati di fatto, è arrivato il momento per i professionisti della comunicazione di fare i conti con un cambio di paradigma che rivoluzionerà il settore pubblicitario.

Il Digital Advertising in Italia aumenta del 12,7% su base annua, consolidando la posizione di internet come secondo mezzo per investimenti pubblicitari dopo la tivù, con oltre 2 miliardi di euro. A dominare nel 2014 c’è il Mobile Advertising, con una crescita del 50% (290 mln), e una penetrazione del 15% sul totale della pubblicità online.

Questa crescita sta portando gli inserzionisti a dirottare parte del proprio portafoglio verso una classe ben precisa di utenti: i mobile-first

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Pmi, professionisti in affitto per abbattere i costi

Si sta diffondendo anche in Italia una pratica, già ampiamente sperimentata nei Paesi anglosassoni, che potrebbe dare nuove prospettive alla professione del comunicatore.
È ormai una prassi per i direttori finanziari e si chiama Cfo Service, ossia l’affitto per un periodo determinato di un professionista che supporti l’imprenditore e l’impresa con competenze specialistiche di altissimo livello in momenti di emergenza o che richiedono esperienze poliedriche.

E se non ci si può permettere l’assunzione di un Cfo, si può goderne alcune ore la settimana per impostare un programma o gestire una emergenza finanziaria.

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K Street, lobbisti corteggiati come star dello sport

C’è un gran movimento in questi mesi a K Street, il cosiddetto centro dell’industria della lobby, dei think thank e dei gruppi di pressione a Washington.

Un rivolgimento degli equilibri che fa parlare gli osservatori di vero e proprio «terremoto nell’industria della lobby».

lobbisti

Ogni giorno ci sono annunci di acquisizioni, fusioni o di professionisti blasonati che passano da questa a quella prestigiosa sigla del firmamento lobbistico e fanno parlare di sé come quando le star del calcio passano da una squadra all’altra. 

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Inutile e morente: è la stampa politica, bellezza

«La stampa non sarà mai più quella di una volta, a dire il vero la stampa è morta».
Lo sentiamo dire ormai da tempo, spesso dagli stessi giornalisti che contribuiscono a tenerla in vita.

Ma sembra giunto il tempo per la carta stampata di staccare l’ultimo biglietto per il viale del tramonto. Almeno per quanto riguarda il 95% delle campagne elettorali americane, con eccezione di quelle presidenziali.

Investimento senza ritorno. Secondo Bill Fletcher e John Rowley dell’omonima società di consulenza Fletcher-Rowley, specializzata in comunicazione politica, marketing e campagne elettorali, le strategie diearned media non hanno più un ritorno adeguato sull’investimento. E il ragionamento vale per quasi tutti i media, tradizionali e non.

comunicazione politica

Netta perdita di influenza. In ritardo rispetto agli States, anche i nostri giornali stanno risentendo profondamente della perdita di influenza sugli elettori italiani, nonostante la ricerca di spazio sulla carta stampata rimanga uno degli obiettivi primari di ogni politico che si rispetti. 

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Come cambia l’economia del lusso, dall’esclusività alla partecipazione

Il lusso si sa, è un fenomeno soggettivo che ha infinite sfaccettature. Per alcuni il lusso porta alla mente sfarzo, abiti firmati e ostentazione oltre ogni misura.

Per altri, quelli forse più idealisti, lusso significa semplicemente una giornata senza appuntamenti, lontana dallo smartphone e dalle mail del proprio capo.

economia lusso

Secondo il dizionario Treccani, il lusso è lo sfoggio di ricchezza, di sfarzo e di magnificenza: la tendenza a spese superflue e incontrollate per l’acquisto di oggetti che non hanno un’utilità corrispondente al loro prezzo.

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Big data e politica: quattro regole per avere successo

Ci sono molti motivi per cui una campagna politica può non andare a buon fine: il carisma del leader, il supporto dell’opinione pubblica, senza considerare la possibilità che si scatenino scandali e crisi di comunicazione.

Ma in uno scenario in evoluzione sempre più rapida c’è un altro fattore, forse ancora un po’ sconosciuto dalla politica italiana, che diventa sempre più cruciale per la riuscita di grandi progetti elettorali: è la professionalità dei comunicatori nella gestione dei big data.

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Harper Reed, Chief Technology Officer della campagna Obama 2012, ha coordinato l’attività di analisi dei big data

Italia nella preistoria comunicativa dei big data

Un mondo sempre più interconnesso e social – always on – fornisce, infatti, mai come prima d’ora una mole enorme di dati utili ai politici che vogliano monitorare il sentiment degli elettori e modulare i messaggi a seconda dei pubblici di riferimento. Ma, per cogliere queste opportunità, c’è bisogno di un supporto strategico da parte di professionisti in grado di progettare ogni dettaglio della campagna dei candidati.

Una premessa è d’obbligo: molto è stato fatto dalla politica italiana, con l’avvento di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, l’evoluzione comunicativa di Matteo Renzi supportata dal numero uno degli spin doctor Filippo Sensi, o l’ascesa del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, del cui staff di comunicazione si sa ancora poco. 

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Reputazione e aziende, prevenire è meglio che curare

Intervista a Gianluca Comin pubblicata sulla rivista Internal Audit, luglio/settembre 2014

Sono molte le aziende che hanno pronti nel cassetto i piani di crisis management. Ma per affrontare i rischi che incombono sulla reputazione bisogna fare di più. Per esempio, affiancare il management in un’indagine continua sulle origini di una potenziale crisi. Un lavoro nel quale gli Internal Auditor possono essere importanti. Lo dice un manager che la sa lunga in materia di comunicazione aziendale.

Sui fatti, sono tutti d’accordo: la reputazione pesa (molto) sul valore dell’azienda e va attentamente tutelata. Su come prevenire e gestire gli eventi aziendali che la mettono a rischio, la questione è molto più aperta e chiama in gioco diversi attori dell’organizzazione. 

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