L’arte della leadership e della conoscenza di sé
di Gianluca Comin
In un mondo disintermediato, dinamico e in continuo mutamento, la sfida per imanager di imprese e organizzazioni è quella di continuare ad esercitare la propria leadership in maniera efficiente e con uno stile che sia coerente con la propria personalità. Le qualità di un buon leader sono soggette a una costante ridefinizione, cambiando di pari passo con le trasformazioni sociali ed economiche del nostro tempo. In tal senso, diviene fondamentale non rimanere ancorati al passato e tentare di comprendere i nuovi trend con un’attitudine aperta e flessibile, ma anche sempre di più conoscere sé stessi, i propri punti di forza e di debolezza.
Quel famoso «conosci te stesso» di socratica memoria è forse la chiave di volta per sviluppare uno stile di leadership efficace e fortemente rappresentativo della propria personalità, capace di contrastare la mutevolezza dei trend e dei momenti. Identificare infatti i propri punti di forza e di debolezza è fondamentale per comprendere come poter migliorare il proprio ruolo di guida all’interno di un’azienda, poiché seppur in contesti diversi la leadership nasce dal nostro stile personale, ed essere coerenti è sempre una scelta che paga.
UNO STILE AUTORITARIO METTE A RISCHIO LE PERFORMANCE AZIENDALI
Dagli studi sul comportamento e lo stile di leadership degli ultimi anni emerge che lo sviluppo di alcune caratteristiche risultano particolarmente importanti per i leader di successo di grandi aziende globali. Secondo il modello chiamato x360 sviluppato dagli studiosi del Mit Leadership Center e dell’Istituto Insead, Deborah Ancona e Henrik Bresman, la resilienza, ad esempio, riveste un ruolo fondamentale poiché in un’epoca che richiede una sperimentazione e innovazione costante, è inevitabile commettere degli errori e spesso fallire. La capacità di riprendersi e adattarsi dopo una battuta d’arresto o dopo una di crisi, affrontando le situazioni con lucidità, è una dote che ogni buon leader deve sviluppare.
L’intelligenza emotiva è la capacità di comprendere le proprie emozioni e riuscire a gestire quelle che possono portare a perdere la calma e il dominio della situazione, compromettendo la nostra performance e la nostra reputazione.
Il segreto dell’intelligenza emotiva non risiede solo nell’abilità di controllare i propri impulsi, ma soprattutto nella capacità di cogliere le suggestioni esterne e agire di conseguenza. Valutare correttamente le emozioni degli altri – dagli altri componenti delteam fino alla gamma più diversificata ed ampia di stakeholder con cui relazionarsi – è di estrema importanza per decidere la linea strategica da attuare in tutte le nostre relazioni, capendo quali leve sfruttare e quali no. Nei confronti dei propri dipendenti in più, è importante cercare di stabilire una relazione che permetta ad ognuno di esprimere al meglio le proprie potenzialità, senza sentirsi inibiti, giudicati o in posizione di inferiorità.
Ciò che emerge dalla letteratura in merito alla leadership degli ultimi anni è che uno stile autoritario e fortemente verticalizzato è meno efficace in termini di produttività e di unità aziendale, di un approccio che tende ad esercitare la leadership su tutti i livelli dell’organizzazione. Il ruolo del management in questo caso è fondamentale nell’incoraggiare i dipendenti a cogliere con atteggiamento positivo nuove e crescenti responsabilità, acquisendo fiducia in se stessi e assumendo un atteggiamento proattivo.
SAPERE FARE AUTOCRITICA, VALORE FONDAMENTALE PER UN LEADER
Un’altra caratteristica fondamentale dei leader del nuovo millennio è la capacità di pensare fuori dagli schemi. Proprio per rispondere ai cambiamenti e far fronte alle situazioni di crisi che ogni impresa affronta, i leader in grado di recepire le tensioni e le contraddizioni come opportunità di miglioramento e di proporre soluzioni innovative in tempi rapidi rappresentano una risorsa di inestimabile valore per le aziende. L’approccio positivo della leadership all’apprendimento consiste nella percezione che le persone hanno nei confronti delle proprie debolezze e fallimenti: l’apertura mentale induce a far tesoro delle esperienze per migliorarsi, adattando il proprio pensiero e le proprie azioni alle nuove esigenze.
In un ambiente caratterizzato dalla mutevolezza e dall’evoluzione, vedere sé stessi in un processo continuo di apprendimento può aiutare a inquadrare le cose dalla giusta prospettiva. Questi elementi rappresentano degli utili spunti di riflessione, ma è importante tenere presente che moltissimi fattori influiscono sullo stile di leadership, che non solo varia di persona in persona, ma è differente in base all’organizzazione, al settore, all’area geografica in cui si opera.
Avere consapevolezza di chi si è e di che immagine si vuole dare è il primo passo per delineare il proprio stile di leadership, così come essere in grado di individuare i propri punti di forza e potenziarli. Da non sottovalutare gli elementi di debolezza su cui lavorare, un buon leader è colui che è in grado di mettersi in discussione e fare autocritica, dando il buon esempio a tutti i dipendenti.